Il profilo della Table Mountain, che sovrasta Città del Capo.

Il Sudafrica (o meglio la Repubblica Sudafricana) è all’estremo sud del continente più antico del pianeta. Per la sua straordinaria diversità di paesaggi e habitat, è un intero mondo racchiuso in un unico Paese, le cui spiagge sono bagnate da due oceani, i cui cieli desertici sono punteggiati di stelle, le cui aspre montagne sono coperte di rigogliosa vegetazione.

L’estremo sud dell’Africa, culla dell’umanità

Il Sudafrica, anche per ragioni storiche, è uno Stato culturalmente ed etnicamente vario, in cui si parlano 11 lingue ufficiali, due delle quali europee, l’inglese a seguito della colonizzazione britannica e l’afrikaans, derivata dall’olandese dei coloni del XVII secolo.

Ma il rapporto tra l’uomo e questa affascinante terra ha ulteriori sfumature: il Sudafrica è oggi considerato il luogo che più probabilmente merita il titolo di “culla dell’umanità”, in particolare per i ritrovamenti fossili nella zona del Transvaal, dove la ricerca archeologica  ha riportato in luce numerosi reperti relativi alle prime fasi di evoluzione dell’uomo. Nel sito di Taung è stato casualmente rinvenuto, nel 1924, il celebre Taung Skull, o “Bambino di Taung”, un cranio fossile di un giovane individuo della specie Australopithecus africanus. A Makapansgat, vicino alle valli Makapansgat e Zwartkrans, è presente un altro importante sito paleontologico, le cui grotte calcaree contengono resti di Australopithecus, essenziali per lo studio dell’origine e dello sviluppo dell’umanità. I fossili ritrovati nei siti di di Sterkfontein, Swartkrans e Kromdraai, patrimoni dell’UNESCO, hanno consentito l’identificazione di diversi esemplari dei nostri progenitori, i primi ominidi, in particolare di Paranthropus, vissuto in Africa centro-orientale fra 2,7 e 1 milione di anni fa.

La biodiversità, in formato extra-large

Rispecchiando la diversità degli habitat, la fauna del Sudafrica è estremamente ricca e diversificata, e popola i diversi habitat che vanno dalla savana alle coste. Oltre alla possibilità, unica, di vedere le balene dalla terraferma, il Sudafrica è una delle migliori destinazioni del continente per l’osservazione dal vivo – e nel loro ambiente naturale – dei “Big 5”, i 5 grandi mammiferi della savana (elefante, rinoceronte, bufalo, leone e leopardo) e molto altro ancora, in parchi e riserve accessibili. Situato sull’estuario del fiume Santa Lucia, il più grande dell’Africa, l’iSimangaliso Wetland Park (patrimonio dell’UNESCO) offre al visitatore vaste dune forestali, che raggiungono i 180 metri di altezza, tra cui si sviluppano suggestive paludi, ampi canneti di papiro e zone umide, rifugio per le forme di vita marine abituate all’acqua dolce.

Uno Stato, tre capitali e una storia complessa

Il Sudafrica è l’unico Paese al mondo ad avere tre capitali: Pretoria, Città del Capo (Cape Town) e Bloemfontein. Ogni capitale è votata a uno specifico aspetto della vita politica ed economica della Repubblica Sudafricana. Pretoria è la capitale amministrativa (e sede governativa), Città del Capo è la capitale legislativa e Bloemfontein quella giudiziaria.

Visitare il Sudafrica senza conoscere la sua storia tumultuosa significherebbe perdere una parte cruciale dell’identità del Paese. Una visita agli importanti musei, dall’Apartheid Museum di Johannesburg a Robben Island (patrimonio dell’UNESCO), utilizzata come ospedale, base militare e carcere di massima sicurezza per i prigionieri politici, è una sosta fondamentale per comprendere il cuore della società sudafricana e per apprezzare quanto lontano sia giunto il Paese, ove la democrazia e la libertà sull’oppressione e dal razzismo hanno trionfato. Altri luoghi della memoria, non musealizzati ma estremamente vivi, sono le township, ossia le ex baraccopoli, che hanno avuto un ruolo fondamentale nella storia della lotta all’apartheid. La più nota è l’animata Soweto (contrazione di South Western Townships), a Johannesburg.

Da non perdere

Le città

  • Città del Capo (Cape Town)
  • Johannesburg
  • Bloemfontein
  • Pretoria
  • Durban
  • Port Elizabeth

I musei

  • District Six Museum (Città del Capo)
  • Apartheid Museum (Johannesburg)
  • CIRCA on Jellicoe (Johannesburg)
  • Municipal Art Gallery (Pretoria)
  • Pretoria Art Museum (Pretoria)
  • Transvaal Museum (Pretoria)

Patrimoni culturali dell’UNESCO

  • Siti archeologi dei fossili di ominidi di Sterkfontein, Swartkrans e Kromdraai
  • Robben Island
  • Mapungubwe
  • Paesaggio culturale e botanico di Richtersveld
  • Paesaggio culturale dei Khomani

Aree naturalistiche patrimonio dell’UNESCO

  • iSimangaliso Wetland Park
  • Parco Nazionale uKhahlamba-Drakensberg
  • Parco Nazionale di Sehlabathebe)
  • Parco Nazionale di Table Mountain
  • Groot Winterhoek Wilderness Area
  • Cederberg Wilderness Area
  • Complesso delle Boland Mountain
  • Riserva Naturale di De Hoop
  • Riserva Naturale Boosmansbos
  • Complesso dei Swartberg
  • Riserva di Baviaanskloof
  • Cratere di Vredefort a Free state
  • Monti Barberton Makhonjwa

Cosa vedere

Adrenalina e sport, a diverse velocità e per tutti i gusti

Il paesaggio del Sudafrica, in continua evoluzione, è lo scenario perfetto per un viaggio ricco di attività e sorprese. Gli amanti del turismo attivo, dello sport e dell’adrenalina non rimarranno delusi dalle arrampicate sulle rocce della scoscesa Cederberg, dal surf tra le onde al largo della costa orientale del Capo, dalle scalate della Table Mountain, alle spalle di Città del Capo, dal bungee jumping dal Bloukrans Bridge della Garden Route o nella Graskop Gorge.

Per chi si sente tagliato per attività meno estreme ma altrettanto gratificanti, ci sono le magnifiche escursioni di più giorni nelle riserve naturali, le passeggiate di un giorno nel semideserto di Karoo, i sentieri di “slackpacking” (“soft backpacking”) lungo la costa del Capo, o, per i più romantici, un suggestivo percorso notturno sulle cime talvolta innevate del Drakensberg.

Il vantaggio di un paesaggio sempre diverso, sempre affascinante

La natura e gli habitat del Sudafrica sono straordinariamente vari, e vanno dalle regioni aride del Karoo e del Kalahari alle nebbiose alture della catena del Parco Nazionale uKhahlamba-Drakensberg (patrimonio dell’UNESCO), fino all’imponente Blyde River Canyon.

A Città del Capo basta alzare lo sguardo per vedere i bellissimi fynbos (in afrikaans “fine bush”, “boscaglia fine”) che si arrampicano sui pendii della Table Mountain: è la regione floristica del Capo (patrimonio dell’UNESCO), in cui le piante mostrano strategie riproduttive uniche, un adattamento estremo al calore, originali metodi di dispersione dei semi da parte degli insetti, tutti fattori di eccezionale valore per la scienza. Nelle vicinanze, due delle strade costiere più spettacolari del mondo conducono a Cape Point e Hermanus.

Un viaggio alla scoperta dei panorami sudafricani non può poi lasciare indietro gli interminabili filari di vite che ricoprono i vigneti delle Cape Winelands, le antiche foreste lungo la Garden Route, le movimentate catene montuose che vanno dal Cederberg allo Swartberg, e nemmeno le romantiche spiagge dell’Oceano Indiano.

Un insolito patrimonio floristico

Nel Namaqualand, alla fine dell’inverno, quello che per il resto dell’anno è un arido deserto prende vita: il terreno, apparentemente sterile, rinasce all’improvviso, con la fioritura di tantissimi fiori colorati. Sono circa quattromila le specie di piante presenti, e un migliaio sono endemiche proprio di questo territorio. La fioritura, fenomeno reso possibile dal perfetto equilibrio tra quantità di acqua e sole, è un’esplosione di colori vivaci, che investe tutto il paesaggio e dà vita a un ecosistema unico al mondo.

Bloemfontein, capitale giudiziaria del Sudafrica, è nota anche come “città delle rose”, appellativo che si è guadagnata per i magnifici fiori che sbocciano nelle sue aiuole. Non è un caso che il nome, “Bloemfontein”, in afrikaans significhi “fontana di fiori”. Il mese migliore per visitare questa città nel pieno della fioritura è ottobre, mese in cui si svolge anche il festival delle rose. Tutto il centro della città è dominato dal verde, e i suoi giardini sono coloratissimi in ogni momento dell’anno. Una curiosità: qui nacque, nel 1892, J.J.R. Tolkien, nell’allora Stato Libero dell’Orange. In pochi ricordano questo dato perché il futuro scrittore, filologo, glottoteta e linguista, all’età di tre anni, nel 1895, si trasferì in Inghilterra.

Pretoria, Città del Capo e Robben Island, tra musei e luoghi della memoria

Pretoria, capitale amministrativa e sede del governo, è la città ideale per gli amanti dei musei, che non si scoraggiano nel visitare collezioni tematiche diverse, che vanno dall’arte alle scienze naturali. Visitare questi musei fa ripercorrere la storia della vita e permette di ammirarne il valore e la bellezza delle creazioni. Per prendere fiato e rilassarsi all’aria aperta, magari tra un museo e l’altro, c’è poi il National Botanical Garden, un orto botanico in cui si può gustare in una sola occhiata sia l’incredibile biodiversità del Sudafrica, sia le sorprendenti specie importate da altri continenti.

Città del Capo è la città più nota del Paese, frequentatissima soprattutto in primavera, in occasione del Cape Town International Jazz Festival, che richiama numerosi musicisti sia sudafricani che internazionali per concerti ed esibizioni, un evento imperdibile per gli amanti della musica. A poca distanza dalla città si erge la Table Mountain, una montagna di poco più di mille metri, con la particolarità di avere la cima piatta. Per salire si possono utilizzare i vari sentieri di trekking presenti e segnalati oppure, se si vuole arrivare in breve tempo, scegliendo la funivia. In un modo o nell’altro, il panorama mozzafiato di cui si gode sulla cima farà dimenticare tutto il resto.

Nella baia della Tavola, a 13 chilometri al largo di Città del Capo, è facile raggiungere Robben Island (patrimonio dell’UNESCO), isola simbolo delle lotte per i diritti umani. Dalla fine del XVII secolo fu adibita dai coloni europei a carcere, colonia per lebbrosi, e nel XX secolo divenne tristemente nota come carcere di massima sicurezza per prigionieri politici nel periodo dell’apartheid (tra cui Nelson Mandela e altri attivisti anti-apartheid). Spesso le visite guidate vengono effettuate da ex prigionieri politici, che sono in grado di testimoniare quello che accadeva durante gli anni della detenzione.

Una nota di “colore” sugli abitanti di Città del Capo: essi sono infatti i discendenti moderni, spesso meticci, degli schiavi importati in Sudafrica da Indonesia, Madagascar e India fra il XVI e il XVII secolo dai coloni olandesi. Nei secoli, i matrimoni misti fra i discendenti degli schiavi e quelli dei coloni crearono un’etnia mista (cape coloured), che oggi costituisce la componente predominante della popolazione della provincia del Capo.

Esperienze indimenticabili

L'eccellenza della produzione vinaria sudafricana: le Winelands

Stellenbosch Sudafrica
I vigneti di Stellenbosch, nelle Winelands.

Unica nazione del continente africano in cui – per ragioni climatiche – è possibile una coltivazione di qualità della vite, in Sudafrica non solo si produce vino da più di tre secoli (prima di California e Australia), ma esiste anche una valida tradizione enologica.

La zona che per prima ha visto fiorire la viticoltura in Sudafrica è stata quella di Città del Capo: nel XVII secolo gli olandesi, che controllavano la zona e le rotte commerciali tra l’Europa e le Indie orientali, avevano la necessità di fornire vino e liquori agli equipaggi in sosta a Capo di Buona Speranza, e questo fu il motivo dell’impianto delle prime colture.

L’uva più coltivata in Sud Africa è lo Chenin Blanc, detta “Steen”. Tra le uve bianche, i vitigni più diffusi sono Chardonnay e Sauvignon, Riesling, Colombard e “Cape Riesling” (Crouchen o Hanepoot). Fra le uve rosse, le colture migliori sono Cabernet Sauvignon, Cinsaut, Merlot, Shiraz. Il vino locale si chiama Pinotage, un incrocio tra Pinot Nero e Cinsaut.

Avventurandosi nell’entroterra di Città del Capo si incontra l’altopiano del Boland, una superba zona di produzione vinicola, le cui perle sono Stellenbosch, fondata nel 1679 dagli olandesi, e Franschhoek, fondata dai francesi ugonotti in fuga dai Paesi Bassi. Le zone di Stellenbosch e Franschhoek, insieme a Paarl, formano il distretto di Cape Winelands, la principale zona vinicola del Sudafrica.

L’industria del vino, una delle principali della zona, porta con sé una ricettività estremamente interessante, forte della presenza di chef innovativi (molti dei quali lavorano nelle tenute vitivinicole), che hanno reso le Winelands la Mecca gastronomica della Repubblica Sudafricana.

Non solo pachidermi, nel Parco Nazionale degli Elefanti di Addo

Addo Elephant National Park Sudafrica
Un gruppo di elefanti nell'Addo Elephant National Park.

Il Parco Nazionale degli Elefanti di Addo (provincia del Capo Orientale) fu istituito nel 1931 come una riserva per proteggere gli elefanti, messi in pericolo dalla caccia indiscriminata nel corso del XX secolo.

All’inizio era di piccole dimensioni e ospitava appena una dozzina di elefanti superstiti, ma nel corso del tempo i confini del parco sono stati ampliati e oggi il suo territorio ospita uno straordinario numero di  specie di fauna selvatica. Al nucleo originario dell’Addo sono infatti state unite altre due riserve, il Woody Cape Nature Reserve e la riserva marina di St. Croix Island e Bird Island, che hanno reso il Greater Addo Elephant National Park uno dei pochi luoghi al mondo in cui si possono osservare insieme i “Big 7”, ossia i 5 grandi mammiferi della savana (elefante, rinoceronte, bufalo, leone e leopardo) e 2 “giganti” del mare (balena e squalo bianco). A Bird Island è inoltre presente la seconda più grande colonia di pinguini africani.

Sudafrica nel piatto

potjie potjiekos sudafrica
La pentola tradizionale (potjie) in cui viene stufato lentamente il potjiekos.

La cucina sudafricana unisce i sapori europei con quelli africani, per creare piatti coloratissimi e dal gusto intenso. Molti piatti tipici sono eredità dei boeri, i sudafricani di origine olandese discendenti dai coloni che si stabilirono nella zona del Capo di Buona Speranza nel XVII secolo.

L’alimento centrale della cucina locale è la carne, che viene accompagnata dall’ugali, una polenta di mais (“pap” in afrikaans). Il mielie pap e il krummel pap sono due tipi di polenta, a base di farina di mais o amido di mais (che i portoghesi importarono dalle Americhe in Africa).

Tra i piatti di carne caratteristici, i sosaties, spiedini di agnello o montone cotti alla griglia, il bobotie (bobotjie), di influenza olandese-indonesiana, preparato al forno con carne macinata, profumata con curry, uva passa e frutta secca, con una copertura cremosa a base di uovo, il potjiekos (in afrikaans “stufato nel potjie“), uno stufato di carne (agnello, manzo, maiale) e verdure conditi con spezie – sempre di origine malese – cotto lentamente nella tipica pentola a tre piedi della cucina tradizionale sudafricana (potjie), e il boerewors (dall’olandese boer, “contadino” e dall’afrikaans wors, “salsiccia”), una salsiccia fresca piccante a spirale, condita con coriandolo, chiodi di garofano e noce moscata. I boerewors compaiono in un racconto della scrittrice sudafricana – premio Nobel – Nadine Gordimer (in traduzione italiana presente nella raccolta Beethoven era per un sedicesimo nero), dove il protagonista, visitando le township di Kimberley alla ricerca di parenti, «mangiò un panino con un boerewors a una bancarella, chiedendolo in afrikaans, la lingua che veniva parlata tutt’intorno a lui».

A Cape Malay, nel XVII secolo giunsero schiavi dall’Indonesia, dall’India e dalla Malesia, insieme alle loro spezie e ai metodi di cottura tradizionali: da non perdere quindi il cape malay curry, aromatizzato da spezie come cannella, zafferano, curcuma e peperoncino. Sempre originario del Sud-est asiatico è l’amadumbe (Colocasia esculenta), un tubero (noto anche come taro) introdotto dai commercianti portoghesi e consumato bollito, arrostito o grigliato, fritto a fette o schiacciato in purea.

Anche il pesce, ovviamente nelle zone costiere, è presente nella cucina tradizionale sudafricana, in particolare crostacei e aragoste, molto diffusi negli oceani che bagnano il Paese. Inoltre, esistono tipi di pesce sconosciuti nel nostro emisfero, come il kingklip (anguilla) e lo snoek (luccio). Diffusissimo il fish and chips, come in Inghilterra.

Impossibile non assaggiare, nei chioschi sulla strada, il bunny chow, una pagnotta di pane bianco svuotata e ripiena di curry, tipica dei sudafricani indiani di Durban. Una versione “ridotta” del bunny chow, che usa solo un quarto di pane (una sorta di sandwich), viene chiamata skhambane, kota (“quarto”) o spatlo, ripiena di patatine fritte, formaggio, bologna sausage e atchar (verdure in salamoia, di tradizione indiana).

La preparazione della carne caratteristica della tradizione indigena è la salatura, con cui la carne di manzo (ma anche struzzo e il cinghiale) o di selvaggina (come lo springbok) viene stagionata in una miscela di aceto, sale, zucchero e spezie (coriandolo e pepe), poi appesa ad asciugare. Biltong (fette sottili di carne) e droewors (salsicce), consumati come snack,  sono cibi salutari perché magri e ricchi di proteine.

Il dolce per eccellenza è la melktert (in afrikaans “crostata di latte”), di eredità olandese. Il ripieno cremoso della crostata è a base di latte, uova, farina e zucchero, e viene servita con una spolverata di cannella.

Pillole di storia

Prima dell’età del Ferro, il territorio dell’odierno Sudafrica era popolato dai San (“boscimani”) e dai Khoikhoi (“ottentotti”). Fra il V e III sec. a.C., nell’età del Ferro, giunsero i Bantu (gruppi Zulu e Xhosa).

I primi europei a doppiare il Capo di Buona Speranza furono Bartolomeo Diaz (1486) e Vasco da Gama (1497) nel corso della traversata dall’Europa alle Indie, ma furono gli olandesi (i boeri, o afrikaner) i primi a occupare in Sudafrica, con Jan van Riebeeck che nel 1652 fondò il primo insediamento di Città del Capo, fondamentale scalo di rifornimento di vettovaglie per le imbarcazioni della Compagnia olandese delle Indie orientali. L’espansione dei boeri verso i pascoli della zona del Fish River portò al conflitto con gli Xhosa, noto come Guerre di frontiera del Capo (1779-1879).

Il ciclone napoleonico non risparmiò il remoto Sudafrica, e quando Bonaparte conquistò i Paesi Bassi, l’Inghilterra provò a occupare la Colonia del Capo, riuscendoci nel 1797, e annettendola nel 1806. Sulla frontiera orientale, gli inglesi proseguirono le ostilità con gli Xhosa, e i boeri reagirono con una colonizzazione dell’interno del Paese, con pionieri (voortrekker) che crearono piccole repubbliche che divennero lo Stato Libero dell’Orange e la Repubblica del Transvaal. La scoperta delle celebri e ricchissime miniere di oro e diamanti inasprì le contese tra inglesi e afrikaner, concluse con la sanguinosa vittoria finale britannica (1902, Trattato di Vereeniging) e il controllo, da parte del Regno Unito, dell’intero Sudafrica.

Il Sudafrica partecipò alle due guerre mondiali a fianco dell’Impero britannico.

Nel secondo dopoguerra (1948) il National Party sudafricano vinse le elezioni, dando inizio al – tristemente famoso – regime di segregazione razziale noto come apartheid. Furono istituiti 10 bantustan, ovvero territori destinati alle etnie nere, e la popolazione nera rimasta nelle terre riservate ai bianchi perse i propri diritti civili. Fu in questo contesto che le opposizioni nere, tra cui l’African National Congress (ANC), il partito di Nelson Mandela, furono messe fuori legge e iniziarono una resistenza violenta: molti attivisti scelsero la via della violenza.

Negli anni Novanta, per effetto delle pressioni internazionali e del carisma di Mandela, in carcere dal 1964 al 1990, il regime dell’apartheid iniziò a mostrare le sue debolezze. Nel 1994 si tennero le prime elezioni in cui i neri ebbero diritto di voto (fu eletto Mandela), e si è intrapresa la via dell’integrazione. Le nove lingue africane native sono diventate lingue ufficiali, insieme all’afrikaans e all’inglese.

A chi consigliamo il viaggio

Il Sudafrica è la meta perfetta per chi ama perdersi nella natura e ha voglia di scoprire la varietà della flora e della fauna, con magnifici safari. Ma non solo, la visita alle tre capitali permette di scoprire la storia che c’è dietro al Paese e di osservarne la forza incredibile che ha portato il Sudafrica a essere la nazione che è oggi.

Quando l’impegno politico diventa grande letteratura

Il Sudafrica ha dato voce a grandi autori, tutti impegnati – ciascuno nel proprio linguaggio letterario – a denunciare la situazione politica e sociale del Paese. Temi principali di Nadine Gordimer (1923-2014), Premio Nobel per la letteratura nel 1991, sono l’esilio e l’alienazione. J.M. Coetzee (John Maxwell Coetzee, 1940-), è un romanziere, critico e traduttore sudafricano, noto per i suoi romanzi sugli effetti della colonizzazione, Premio Nobel per la letteratura nel 2003. André Brink (1935-2015), autore meno blasonato ma di grande valore letterario e intenso impegno politico, è stato il primo scrittore afrikaner a essere messo al bando dal governo in seguito alla pubblicazione del suo libro Un’arida stagione bianca (Frassinelli), la storia di un sudafricano che scopre la verità su un conoscente nero ucciso dalla polizia.

Secondo la critica, J.M. Coetzee, Nadine Gordimer e André Brink sono tra i più eminenti scrittori bianchi del Sudafrica, accomunati da un profondo impegno anti-apartheid.

Pellicole dalle township

  • Un’arida stagione bianca (di Euzhan Palcy, USA, 1989), dal romanzo di André Brink.
  • Il suo nome è Tsotsi (di Gavin Hood, Gran Bretagna-Sudafrica, 2005).

Informazioni utili

Documenti necessari per passeggeri italiani

Necessario il passaporto elettronico, con una validità residua di almeno 30 giorni dalla data di uscita dal Paese, con almeno 2 pagine bianche nella sezione visti. Non è necessario il visto d’ingresso fino a 90 giorni di permanenza nel Paese. È sufficiente presentare al posto di frontiera il passaporto e il biglietto aereo con cui si rientrerà in Italia.

Vaccinazioni e situazione sanitaria

Nessuna vaccinazione richiesta.
La situazione sanitaria è complessivamente buona.

Si raccomanda di:

– bere solo acqua e bibite in bottiglia senza aggiunta di ghiaccio, di non mangiare cibo crudo e carne macinata e di lavare e disinfettare sempre frutta e verdura prima del consumo.

– stipulare prima della partenza una polizza assicurativa che preveda la copertura delle spese mediche e l’eventuale rimpatrio aereo sanitario (o il trasferimento in altro Paese) del paziente. Le strutture medico ospedaliere pubbliche sono ancora fortemente carenti. Le strutture sanitarie private, pur essendo di livello più alto rispetto a quelle pubbliche, non sono comunque in grado di effettuare interventi complessi.

– portare con sé particolari o importanti medicinali personali che potrebbero non essere reperibili in loco.

Fuso orario

+ 1 ora rispetto all’Italia; stesso orario quando in Italia vige l’ora legale.

Quando andare

Clima mite soprattutto nelle zone costiere, ad eccezione della parte nord della costa orientale che presenta caratteristiche tropicali. Le zone all’interno godono invece di un clima notevolmente più secco.

L’estate (ottobre-aprile) è generalmente calda, più fresca nelle ore serali. L’inverno (giugno-agosto) è secco e assolato con temperature comprese attorno a 15-25 °C durante il giorno e 0-10 °C durante la notte.

Nella stagione delle piogge (ottobre-marzo), si possono produrre temporali di forti intensità. Nelle zone montane possono verificarsi anche precipitazioni a carattere nevoso. Nella regione del Capo il clima è di tipo mediterraneo con piogge invernali e bel tempo d’estate, ma con forti venti lungo tutto il corso dell’anno e una accentuata variabilità nel corso della giornata.

Moneta

Rand sudafricano (ZAR).

Lingua

In Sudafrica esistono 11 lingue ufficiali. Le più diffuse sono inglese (lingua veicolare, diffusissima in tutte le principali località ad eccezione delle aree rurali più remote), afrikaans, zulu e xhosa.

Religione

In maggioranza cristiana, con prevalenza di protestanti e una minoranza di cattolici. Poco meno di un terzo della popolazione segue riti tradizionali ed animisti. Sono inoltre presenti anche ampie comunità indù ed islamiche.

Telefono

Prefisso per l’Italia: 0939
Prefisso dall’Italia: 0027
La telefonia mobile è attiva in tutto il Paese.

Come muoversi

Per noleggiare un’auto in Sudafrica è necessaria la patente internazionale (modello Convenzione di Vienna 1968 o Ginevra 1949).

La rete stradale urbana e interurbana è ottima, non sempre impeccabile la manutenzione delle vie di comunicazione al di fuori dei circuiti principali.

Elettricità

Tensione: 220/230 V
Frequenza: 50 Hz
Tipi di prese: M, IEC. A Grahamstad e Port Elizabeth la tensione è 250 V; tale tensione è anche presente a King Williams.

Ultimo aggiornamento: 9 giugno 2020. Per ulteriori informazioni e aggiornamenti consultare sempre il sito Viaggiare Sicuri.

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