Giungle fittissime da cui spuntano misteriose piramidi, giovani vulcani ancora fumanti, moderne metropoli e cittadine coloniali, una magnifica costa con spiagge sabbiose e punti di osservazione della fauna selvatica: il Messico è tutto questo, una continua sorpresa.
Un paese latino dai colori forti
Il Messico ha una storia ricca di contrasti, dai giganteschi monumenti delle civiltà preispaniche, immersi nella vegetazione, alle chiese barocche dell’era coloniale spagnola, fino alla grandiosa arte murale del Messico moderno. Un paese che non smette di sorprendere per la sua verve creativa, dai club underground e l’arte di strada di Città del Messico ai misteriosi manufatti delle popolazioni native. I messicani sono un popolo allegro e festoso, che vi capirà e conquisterà al primo sguardo.
Una natura incontaminata, culla della biodiversità
Il Messico è una vera e propria riserva naturale di biodiversità: grazie ai suoi 170 000 km² di aree naturali protette, il paese ospita un’enorme varietà naturale ed è uno dei cinque paesi biologicamente più diversificati della Terra, con circa 1.100 specie di uccelli, più di 500 mammiferi, oltre 1.200 anfibi e rettili, oltre 5.000 crostacei, circa 2.000 farfalle e oltre 25.000 specie di piante. Un vero paradiso non solo per animali e piante, ma anche per gli appassionati di fotografia naturalistica!
Una cucina patrimonio dell’umanità
Tra i tanti incredibili aspetti del Messico, ce n’è uno che rappresenta un patrimonio immateriale, ma assai saporito: la cucina messicana, dichiarata patrimonio dell’UNESCO nel 2010, nata dall’incontro delle tradizioni dei conquistadores spagnoli con le abitudini alimentari degli indigeni, Maya e Aztechi.
Da non perdere
Le città
Città del Messico (patrimonio dell’UNESCO)
Guadalajara (Hospicio Cabañas)
Tijuana
Puebla (patrimonio dell’UNESCO)
Juárez
Cittadine e villaggi patrimonio dell’UNESCO
Xochimilco
Oaxaca
Morelia
Zacatecas
Santiago de Querétaro
Campeche
San Miguel
Guanajuato (con le miniere di argento)
Siti archeologici patrimonio dell’UNESCO
Sian Ka’an
Palenque
Teotihuacan
Monte Albán
Chichén Itzá
El Tajín
Uxmal
Xochicalco
Paquimé, Casas Grandes, Chihuahua
Calakmul (Campeche)
Dipinti rupestri della Sierra de San Francisco
Grotte preistoriche di Yagul e Mitla (valle di Oaxaca)
Altri siti culturali patrimonio dell’UNESCO
Monasteri di Popocatépetl
Missioni francescane nella Sierra Gorda di Querétaro
Acquedotto del sistema idraulico di Padre Tembleque
Siti naturalistici patrimonio dell’UNESCO
Santuario delle balene di El Vizcaíno
Isole e aree protette del Golfo di California
Paesaggio di agave e antiche industrie per la produzione di Tequila
Riserva della biosfera delle farfalle monarca
Riserva della biosfera di El Pinacate e Gran Deserto di Altar
Arcipelago di Revillagigedo
Valle di Tehuacán-Cuicatlán: habitat originario della Mesoamerica
Cosa vedere
Le città della grande arte moderna messicana
Un tour del Messico non può non partire dalla capitale Città del Messico, colossale metropoli all’avanguardia sulla scena culturale del paese. È qui che i più famosi pittori muralisti messicani hanno lasciato la loro impronta, visibile nelle opere di realismo socialista di Diego Rivera nel Palacio Nacional, di David Alfaro Siqueiros nel Polyforum Siqueiros e dei due artisti già menzionati e di José Clemente Orozco nel Palacio de Bellas Artes. Ma Città del Messico non è solo una sorpresa per gli occhi: musica, danza e teatro sono ovunque, e non è raro imbattersi, passeggiando, in un concerto improvvisato di mariachi.
Situato a un’altitudine di 1.550 m, nella Sierra Madre del Sud, il centro storico di Oaxaca de Juárez è stato dichiarato Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO per le magnifiche architetture coloniali tra cui la cattedrale e la Iglesia de Santo Domingo. Oaxaca è nota inoltre per la sua raffinata tradizione gastronomica, per i prodotti artigianali e gli ottimi mezcal distillati nei villaggi vicini. A breve distanza si trova l’importante sito archeologico precolombiano di Monte Albán, antica capitale degli Zapotechi.
In pieno territorio maya è invece Mérida, capitale della penisola dello Yucatán, dal cuore coloniale splendidamente conservato. Uscendo dalla città si incontra la Ruta Puuc (“puuc” significa “collina” nella lingua maya), lungo la quale si incontrano, in mezzo alla giungla, magnifici edifici maya dalle sontuose facciate scolpite, come Uxmal, Kabah, e Labna.
Gli amanti delle rotte storiche non possono non percorrere il Camino Real de Tierra Adentro (detto anche Ruta de la Plata), un percorso di 2600 km che tocca diversi siti patrimonio dell’UNESCO, che da nord di Città del Messico giunge fino al Texas e Nuovo Messico, negli Stati Uniti d’America, utilizzato dalla metà del XVI al XIX secolo per il trasporto dell’argento delle miniere di Zacatecas, Guanajuato e San Luis Potosí.
Le superbe città del Messico preispanico, patrimonio dell’UNESCO
La penisola dello Yucatán è una delle aree su cui si estendeva il regno dei Maya. Il sito archeologico più famoso del Messico è la città di Chichén Itzá, con la celeberrima piramide a gradoni di Kukulkan (“El Castillo”), l’osservatorio astronomico (il “Caracol”) e il Tempio dei guerrieri, sulla cui sommità è posta una statua del Chac Mool, interpretata come altare per i sacrifici.
Immersa in una fitta giungla, nel piccolo e fiero Stato del Chiapas, sorge la maestosa Palenque, un sito unico, che custodisce alcune delle più belle opere di architettura e scultura che i Maya abbiano mai prodotto. Vi regnò dal 615 al 683 il grande sovrano Pakal, di cui la città conserva il superbo mausoleo piramidale (detto “Tempio delle Iscrizioni”). Un condotto nascosto, che simboleggia il percorso attraverso cui l’anima abbandona il corpo dopo la morte, porta alla camera funeraria, dove è custodito il magnifico sarcofago del re. Ma il Chiapas non finisce qui: tra le montagne della la Sierra Madre si cela il gioiello coloniale di San Cristóbal de las Casas, capitale culturale della regione e “pueblo mágico”, piccola città d’alta quota in cui si fondono, nel massimo rispetto reciproco, modernità e cultura tradizionale.
A 40 chilometri da Città del Messico, l’antica metropoli di Teotihuacán, la “Città degli Dèi”, domina, con le sue immense piramidi, un ampio territorio un tempo abitato da diverse etnie, tra cui Zapotechi, Mixtechi, Maya e i Nahua, poi assorbite dagli Aztechi. Intorno alle aree sacre (tra cui le mistiche piramidi del Sole e della Luna), collegate dalla Calzada de los Muertos, la “strada dei morti”, sorgevano i palazzi degli abitanti più ricchi e le residenze collettive per la gente comune.
Santuari della natura e barriere coralline
La verde e lussureggiante area della Huasteca Potosina (Stato di San Luis Potosí), nella parte orientale del paese, è ancora sostanzialmente sconosciuta ai turisti, e per questo conserva zone tuttora vergini con corsi d’acqua, cascate e grotte carsiche (come la Sótano de las Golondrinas), ideali per chi ama il rafting, il kayaking, la discesa in corda doppia e la speleologia. Tra un’escursione e l’altra, sarebbe un peccato non provare un antico piatto tradizionale huasteco, lo zacahuil, un tamal (involtino) gigante, ripieno di carne (di maiale o maiale e pollo) e insaporito da diverse varietà di peperoncini. A poca distanza, il “giardino dell’Eden” di Las Pozas (Xilitla), che ospita una serie di sculture surrealiste in cemento, immerse nella giungla, realizzate tra 1949 e 1984 dall’artista inglese Edward James.
Nello Stato di Michoacán sorge il vulcano Parícutin, il vulcano più giovane al mondo, che prende il nome dal villaggio che rimase completamente sommerso dalla sua eruzione nel 1943. Scalando il Paricutín si apre un paesaggio lunare di campi di lava e distese di sabbia nera, e in vetta si prova la straordinaria emozione di trovarsi in cima a una vera e propria meraviglia geologica, in cui la natura mostra il suo volto più primitivo e crudo.
Per gli appassionati di snorkeling, Cabo Pulmo (sede di un parco nazionale e sito protetto dall’UNESCO), nella penisola della Baja California, è l’unica barriera corallina della costa occidentale del Nord America e una delle aree marine protette più grandi al mondo, in cui è possibile osservare, oltre al corallo nero, diverse specie di pesci (squali martello, mante e squali balena) e uccelli marini.
Esperienze indimenticabili
In treno nelle Barrancas del Cobre
La Sierra Tarahumara, nello Stato di Chihuahua, prende il nome dagli abitanti nativi, i Tarahumaras o Raràmuri, “coloro che corrono veloci”. Tra queste aspre vette si trovano le maestose Barrancas del Cobre, i “canyon del rame”.
Per secoli i Tarahumaras, per salvarsi dagli invasori spagnoli, hanno fatto di questi canyon la propria casa, mantenendo inalterato il loro stile di vita. Le Barrancas del Cobre sono percorribili in treno, partendo da Chihuahua, la capitale dello Stato, fino a Los Mochis, nello Stato confinante del Sinaloa, su una linea ferroviaria che collega Chihuahua al Pacifico (detta El Chepe), l’unica della regione a fare servizio passeggeri, iniziata nel 1880 ma inaugurata solo nel 1961.
Un viaggio di oltre 650 km lungo panorami mozzafiato… Ma niente paura: i sedili sono comodi e sul treno ci sono ristorante, fast food, bar, aria condizionata, riscaldamento e toilette ecologiche.
Messico nel piatto
Attacco di fame? Niente paura, in Messico è facile trovare da mangiare ovunque e a qualsiasi ora del giorno. Le cucina messicana è estremamente varia e gustosa, e mescola tradizioni spagnole, caraibiche, francesi e americane, con una grande varietà a seconda delle zone.
La regionalità ha un grosso peso nella gastronomia del Messico: la zona settentrionale è nota per l’allevamento bovino, di conseguenza predilige specialità basate sulla carne di manzo. La zona meridionale è invece più nota per pietanze piccanti, con verdure e pollo. Il pesce (uno caratteristico del Golfo del Messico è lo huachinango) viene preparato nello “stile Veracruz”, ossia cotto in forno in umido di pomodoro, cipolla, peperoncini tritati, olive, alloro, prezzemolo, origano, maggiorana e timo.
Due elementi comuni e diffusissimi in ogni varietà della cucina messicana sono il limone verde e diversi tipi di peperoncino, tra cui lo habanero e il jalapeño.
La comida callejera (street food) si può gustare nei tanti camioncini parcheggiati lungo le strade, che offrono tortillas e tamales di farina di mais, ripieni di carne, formaggio e verdure. Nelle trattorie messicane si ordina invece la comida corrida, un menù completo e conveniente con una zuppa, un piatto a base di carne e un contorno di riso e tortillas. Il tutto accompagnato dall’ottima cerveza, la birra, e concluso con un assaggio di tequila o di mezcal, un distillato ottenuto dall’agave. Attenti però alla gradazione!!
Pillole di storia
Intorno al 2500 a.C., quando le popolazioni indigene, soprattutto nel sud del Paese, passarono dalla caccia e raccolta all’agricoltura, iniziò convenzionalmente la civiltà mesoamericana.
Dal XII secolo a.C. fino alla conquista spagnola il Messico vide lo sviluppo di grandi civiltà, come gli Olmechi (1200-500 a.C.), la civiltà di Teotihuacán (100 a.C.-650 d.C.), gli Zapotechi nell’odierno Stato di Oaxaca (200-700), i Maya nello Yucatán, con le città di Chichén Itzá e Palenque (200-90.), i Toltechi (1000-1200) e infine gli Aztechi, con capitale Tenochtitlán, nel luogo dell’odierna Città del Messico (1200-1521).
Nel 1517 gli spagnoli raggiunsero la costa dello Yucatán e conquistarono facilmente, grazie alla disparità di armamento e ai virus portati dall’Europa che decimarono i nativi, l’Impero azteco. Tenochtitlán fu espugnata e distrutta nel 1521 e nei cinque anni successivi gli spagnoli sottomisero gli altri regni indipendenti del Paese.
Nacque così, nel 1525, la Nuova Spagna (che comprendeva anche un’ampia area degli odierni Stati Uniti del sud), governata prima dal conquistatore Hernán Cortés poi da un viceré: durante i tre secoli del Vicereame spagnolo si formò il Messico di oggi, nazione latina, ispanica, cattolica e meticcia, di cui l’architettura, la cucina, le festività sono significative testimonianze.
La lotta per l’indipendenza iniziò nel 1810 con il sacerdote Miguel Hidalgo y Costilla a capo di un esercito di creoli, meticci e indigeni contro l’oligarchia spagnola. L’atto di indipendenza del Messico fu firmato il 28 settembre 1821, seguito dalla costituzione repubblicana del 1824.
Nel 1862 il Messico (che aveva già perduto il Texas e vaste porzioni del suo territorio a seguito della guerra con gli Stati Uniti nel 1846-1848) fu conquistato da Napoleone III, che costituì l’Impero Messicano dell’arciduca Massimiliano d’Asburgo, fucilato nel 1867 per ordine del Presidente repubblicano Benito Juárez.
Fu il presidente Porfirio Díaz, eroe della guerra contro i francesi, a guidare il Paese tra 1876 e 1911, quando scoppiò la Rivoluzione (o Guerra civile) messicana, i cui leggendari protagonisti furono Pancho Villa ed Emiliano Zapata. La rivoluzione si concluse nel 1917 (con la nuova Costituzione), ma i disordini si protrassero fino agli anni Trenta, durante cui si cercò di rendere il Messico un paese socialista a imitazione dell’URSS. Nel 1946 prese il potere il Partito Rivoluzionario Istituzionale (PRI), che rimase al governo fino al 2000, quando nacquero nuovi equilibri tra i partiti politici e venne avviata la guerra al narcotraffico, per dare un volto nuovo al Messico.
A chi consigliamo il viaggio
Il Messico è un vero e proprio santuario della natura, ha importantissimi siti archeologici preispanici, grandi città dal doppio volto coloniale e moderno, una cucina strepitosa… Impossibile esaurirne le meraviglie in un solo viaggio!
Prendetevi i vostri tempi, viaggiate con calma e con un po’ spirito di avventura, lasciate a casa gli orologi perché la puntualità è un’idea molto lontana…
Consigli di lettura per viaggiatori in poltrona
Pedro Páramo, di Juan Rulfo (Einaudi)
Messico. Istruzioni per l’uso, di Jorge Ibargüengoitia (Sur)
Mille miglia in cammino fino al golfo del Messico, di Francesco Vietti (Edizioni dei Cammini)
La morte di Artemio Cruz, di Carlos Fuentes (Il saggiatore)
C’era una volta in Messico: film per viaggiatori cinefili
Roma (Alfonso Cuarón, Messico, 2018)
Los años azules (Sofía Gómez-Córdova, Messico, 2017)
Coco (animazione, USA, 2017)
Informazioni utili
Documenti necessari per passeggeri italiani
Passaporto necessario, con validità residua di almeno sei mesi al momento dell’ingresso nel Paese. Non è necessario visto di ingresso per turismo fino a 180 giorni di permanenza nel Paese.
All’arrivo nel Paese si deve compilare un formulario e pagare una tassa aeroportuale, normalmente inclusa nel costo del biglietto aereo emesso in Italia, che è contraddistinta dalla sigla “UK”. In caso la tassa non fosse stata inclusa nel biglietto, occorre pagarla al momento di lasciare il Paese.
Nel caso in cui il volo richieda un transito negli Stati Uniti, è necessario avere l’autorizzazione ESTA, compilabile sul sito https://esta.cbp.dhs.gov/.
Vaccinazioni e situazione sanitaria
Nessuna vaccinazione richiesta.
Consigliate, previo parere medico, le vaccinazioni contro epatite A e B, salmonella, morbillo.
Si raccomanda di:
– bere solo acqua e bibite in bottiglia senza aggiunta di ghiaccio, di non mangiare cibo crudo e carne macinata e di lavare e disinfettare sempre frutta e verdura prima del consumo.
– stipulare prima della partenza una polizza assicurativa che preveda la copertura delle spese mediche e l’eventuale rimpatrio aereo sanitario (o il trasferimento in altro Paese) del paziente.
– portare con sé particolari o importanti medicinali personali che potrebbero non essere reperibili in loco.
Fuso orario
In Messico abbiamo 3 diversi fusi orari:
– 8/9 ore nelle aree più occidentali,
– 7 ore in gran parte del Messico, questa fuso è chiamato Hora del Centro ed è quello di Città del Messico.
In buona parte del paese è in vigore l’ora legale da aprile a ottobre.
Quando andare
Il Messico è un Paese molto grande, che presenta diversi tipi di clima: desertico e semi desertico in alcuni Stati del nord del Paese (Bassa California del Sud, Sonora, Durango… ), con scarse precipitazioni, alta temperatura diurna e bassa temperatura notturna; temperato sull’altopiano oltre i 2000 metri sul livello del mare (Città del Messico, Puebla, Toluca, San Luis Potosi, Aguascalientes… ); tropicale su tutte le coste e al sud di Città del Messico.
In linea di massima i mesi più umidi sono quelli estivi e quindi i viaggi itineranti possono essere un po’ impegnativi. Soprattutto da metà agosto a metà ottobre segnaliamo il rischio di violenti temporali e rovinosi uragani, in particolare nel Mar dei Caraibi e nel Golfo del Messico. Per i tour sono senz’altro ottimali mesi che vanno da fine ottobre a marzo quando le piogge sono rare, le temperature accettabili e le giornate luminose. Se ci si reca a nord e nella zona dell’altopiano centrale le temperature possono però scendere a livelli molto bassi e le notti possono essere fredde.
Per la vita da spiaggia sulle coste dello Yucatán la primavera è perfetta, da marzo a maggio, con una preferenza per aprile.
Moneta
La moneta del Messico è il peso messicano (MXN), è molto diffuso anche il dollaro americano, che è più facilmente accettato rispetto all’Euro. Conviene avere sempre con sé spiccioli perché i piccoli negozi, i tassisti e le bancarelle lungo la strada non hanno quasi mai il resto per banconote di taglio superiore.
I punti cambio valuta sono diffusi su tutto il suolo messicano e le grandi città dispongono di bancomat. Sono accettate le maggiori carte di credito negli hotel, nei ristoranti e negozi delle località turistiche. In alcuni negozi, tuttavia, gli acquisti con carta di credito pagano un supplemento di 4 a 6%.
Le mance non sono obbligatorie ma sempre gradite. Il servizio è solitamente già compreso nel prezzo, ma nei ristoranti e negli hotel i è diffusissima la “propina” (mancia dal 10 al 15%). E’ buona norma lasciare una mancia anche ad autisti e guide durante i tour.
Lingua
La lingua ufficiale è lo spagnolo. In Messico si parlano ancora oltre a 70 lingue native tra i quali i dialetti amerindi (nahuati, maya, mixteco, otomi, zapoteco). L’inglese è utilizzato nelle grandi zone turistiche e negli hotel.
Religione
La maggior parte della popolazione è di religione cattolica.
Telefono
Quasi tutto il paese è ben coperto dalla rete cellulare, prima della partenza consigliamo di consultare il proprio servizio di telefonia per il servizio di roaming e verificare la presenza di eventuali offerte o tariffe speciali. In Messico funzionano le reti AMPS e GSM. Il WiFi è piuttosto diffuso in quasi tutti gli hotel e nei luoghi pubblici.
Per chiamare in Messico occorre digitare il prefisso 0052, mentre per chiamare l’Italia dal Messico ricordiamo il prefisso 0039.
Come muoversi
Auto: è raccomandata la patente internazionale se si noleggia una vettura (modello convenzione di Ginevra 1949 oppure Vienna 1968). L’età minima per noleggiare l’auto è 21, è necessaria una carta di credito con numeri a rilievo (no Visa Electron) e il passaporto. Ricordiamo che l’uso del clacson è proibito a Città del Mexico; nel resto del paese è consentito in caso di necessità. Nel Distrito Federal di Mexico è consentito svoltare a destra al semaforo rosso. La notte, dalle 23 alle 5, agli incroci regolati da semaforo, i conducenti possono passare con semaforo rosso dopo essersi accertati che la strada sia libera. Spesso la Polizia effettua controlli, anche in città, per la misurazione del tasso alcolemico del guidatore.
Pullman di linea: il circuito di autobus di linea è molto esteso e rappresenta un’alternativa molto economica per viaggiare in Messico con la massima libertà. La rete di copertura è davvero capillare, ma non sempre però i pullman sono affidabili, consigliamo quindi di utilizzare autobus di “Prima Classe” o “De Lujo”, più comodi, con aria condizionata e poche fermate, al contrario delle linee di “Segunda clase” (2ª classe).
Voli interni: la rete dei collegamenti aerei interni è sostanzialmente affidabile. Ciò consente di raggiungere anche i punti più lontani del Messico, evitando lunghi percorsi su strade non sempre agibili.
Treni: la rete ferroviaria è decisamente obsoleta e viene utilizzata quasi esclusivamente per il trasporto delle merci. La linea ferroviaria più utilizzata dai viaggiatori è la “Chichuahua – Los Mochis”, che attraversa la “Barranca del cobre”.
Elettricità
Sono presenti prese elettriche di tipo americano a due lamelle piatte, con tensione 127 V e frequenza 60 Hz. È necessario munirsi di un adattatore e di un trasformatore.
Ultimo aggiornamento: 21 marzo 2020. Per ulteriori informazioni e aggiornamenti consultare sempre il sito Viaggiare Sicuri.
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