Marocco
Incastonato tra il Mediterraneo, l’oceano Atlantico e lo sterminato continente africano, il Marocco rappresenta, per il viaggiatore, la migliore “porta” per entrare in contatto con la cultura islamica del Nordafrica, frutto di un denso intreccio di contatti tra Oriente e Occidente. La sua storia millenaria, le antiche città imperiali e i suggestivi paesaggi, resi noti anche da celebri pellicole cinematografiche, rimarranno nel cuore sia di chi cerca una destinazione in grado di offrire stimolanti spunti culturali, sia di chi cerca un’esperienza autentica del deserto, delle tradizioni e dello stile di vita dei berberi (o meglio “amazigh”, “uomini liberi”) del Maghreb.
Il fascino delle città imperiali
Le città del Marocco sono sicure, vivaci, e piene di colori e profumi. Ospitano una popolazione mista araba e berbera caratterizzata da una forte identità nazionale ma sempre più giovane e aperta, in grado di cogliere il meglio dalle proprie radici creando un nuovo modello di multiculturalità e accoglienza. Capitale culturale e meta più celebre, Marrakech unisce la bellezza tradizionale degli edifici storici della medina (moschee, madrase e riad, dal gusto tipicamente andaluso) al sapore orientale del coloratissimo souq, fino ai modernissimi quartieri di Guéliz e Hivernage, appena fuori dalle storiche mura rosse della città, in cui trovano luogo, sugli ampi boulevard, le boutique di lusso.
La memoria del passato vive anche delle altre città storiche del Paese, anch’esse patrimonio dell’UNESCO: nei tortuosi vicoli degli antichi centri come Tétouan, nelle maestose rovine romane di Volubilis e nelle solenni architetture delle scuole coraniche di Meknès e Fès. I lussureggianti giardini urbani di Marrakech e Rabat, luoghi ideali per una passeggiata rilassante, sono eco di una natura ben più vasta e selvaggia, che si incontra appena fuori dalle città.
Dai picchi dell’Atlante al mare, fino all’oceano
I paesaggi naturali del Marocco sono estremamente vari, sempre sorprendenti: ci sono quelli iconici come le dune dorate del Sahara, le profonde gole della valle del Dadès oppure le celebri montagne – non solo l’aspro Alto Atlante, ma anche il Rif e le assolate catene montuose che conducono alle oasi sahariane – che offrono al viaggiatore la possibilità di trascorrere la notte sotto un immenso cielo stellato.
Per una parentesi di mare sono ideali le spiagge candide della baia di Dakhla, accarezzate dalla brezza atlantica, mentre gli appassionati di birdwatching non potranno mancare una visita nel Parco Nazionale Souss-Massa, area naturalistica protetta e luogo di nidificazione e di passo di importanti specie ornitologiche quali i fenicotteri, le gru, le cicogne e gli ibis.
Il Marocco, senza fretta
Per godersi il Marocco basta iniziare con il passatempo nazionale: osservare il passaggio della gente da un caffè in strada, sorseggiando un delizioso tè alla menta. Si potrà sfruttare questo momento di riflessione per programmare il resto del viaggio: un’escursione sul Jbel Toubkal, la vetta più alta del Nordafrica, una cooking-class per imparare a cucinare il cous cous, un trekking nel deserto, una passeggiata nella medina. Tra un’attività e l’altra, l’ideale è prendersi una pausa godendosi il panorama su una terrazza panoramica, assaggiando un tajine o concedendosi un rigenerante hammam.
Da non perdere
Le città
- Marrakech (patrimonio dell’UNESCO)
- Casablanca
- Rabat (patrimonio dell’UNESCO)
- Fès (patrimonio dell’UNESCO)
- Meknès (patrimonio dell’UNESCO)
- Essaouira (patrimonio dell’UNESCO)
- Tétouan (patrimonio dell’UNESCO)
- Mazagan (El Jadida) (patrimonio dell’UNESCO)
- Ait-Ben-Haddou (patrimonio dell’UNESCO)
I siti archeologici
- Volubilis (patrimonio dell’UNESCO)
- Lixus
- Chella (Sala Colonia)
- Iulia Valentia Banasa
- Thamusida
- Tingis (Tangeri)
- Tamuda
- Basra (Baṣra al-Ḥamrā)
- Ḥajar al-Naṣr
- Grotte di Ercole
I musei
- Museo di Mohammed VI (Rabat)
- Museo Archeologico (Rabat)
- Villa Majorelle (Marrakech)
- Museo Berbero (Marrakech)
- Museo Dar Si Said – Museo di Arte Marocchina (Marrakech)
- Museo del Patrimonio (Marrakech)
- Museo di Marrakech
- Museo Museo Batha (Fès)
- Museo Nazionale della Ceramica (Safi)
- Museo Dar Jamai (Meknès)
- Museo della Kasbah o Museo Dar el-Makhzen (Tangeri)
- Museo di Arte Marocchina (Tangeri)
- Museo delle Arti del Sahara (Laayoune)
Cosa vedere
Le città imperiali
L’itinerario dedicato alle città imperiali del Marocco non può che partire dalla capitale, Rabat, città patrimonio dell’UNESCO tranquilla e raffinata, affacciata sull’Atlantico. Sede degli organi politici e amministrativi del Paese, nonché residenza della famiglia reale, Rabat accoglie il visitatore tra i suoi ampi viali e le piante ornamentali dell’ombroso giardino andaluso, mostrandogli i suoi monumenti più peculiari: la torre incompiuta di Hassan (1199), la qasba degli Oudaïa, quartiere fortificato della città, e la necropoli di Chella. Infine, il Museo Archeologico di Rabat conserva importanti reperti provenienti da tutto il Marocco, fondamentali per ricostruire lo sviluppo delle civiltà antiche nel Paese.
Città imperiale dalla forte vocazione culturale, Fès possiede una straordinaria medina, patrimonio dell’UNESCO dal 1981. Una volta varcata la Bab Bou Jeloud, la “porta blu” della città vecchia, si può raggiungere la moschea Quaraouiyine, resa celebre dai suoi tetti verde scuro, e la madrasa (scuola coranica) di Bou Inaniyya (1351-1356), un vero capolavoro dell’architettura della dinastia merinide. Qui si trovano anche i souq e le kissaria, i caratteristici mercati specializzati.
La più nota e vivace delle città imperiali è Marrakech, con la sua medina che si estende intorno alla piazza Jemaa el Fna, sede di artisti e di un incredibile mercato e dichiarata patrimonio dell’UNESCO. Marrakech possiede la splendida moschea della Kutubiyya di XII secolo con un grande minareto e la madrasa più grande di tutto il Marocco. Una menzione speciale meritano il sontuoso Palazzo Bahia e le tombe dei Saaditi. Infine, gli eccentrici giardini Majorelle (1931) e l’arioso giardino Menara sono autentiche oasi verdeggianti nel cuore della città.
Meknès, la più recente delle città imperiali, è un raffinatissimo centro, rimasto a lungo fuori dai flussi turistici di massa. La sua medina, patrimonio UNESCO dal 1996, custodisce dei veri e propri tesori: la grandiosa porta Bab Mansour (1732), la meglio conservata del Marocco, il mausoleo di Moulay Ismail e la madrasa Bou Inaniyya (omonima della scuola coranica di Fès). A Meknès si trova anche il Museo Dar Jamai, che espone un’originale collezione di arte marocchina.
Situata poco più a ovest dello stretto di Gibilterra, a Tangeri si respira l’aria dell’Atlantico e del Mediterraneo. Nella “città bianca”, così chiamata per le candide abitazioni che si affollano sui suoi pendii, la medina merita sicuramente una visita. Lì sorge il palazzo del sultano, Dar El Makhzen, oggi sede del Museo d’Arte Marocchina, e il Gran Socco, l’affollato mercato di Tangeri. A poca distanza dalla città, a Cap Spartel, si possono ammirare le grotte di Ercole, sito archeologico splendidamente affacciato sul mare.
L’impronta andalusa e portoghese in Nordafrica
A sud-ovest della moderna e popolosa Casablanca si trova la fortezza portoghese di Mazagan, ora parte della città di El Jadida, meravigliosamente conservata e dichiarata patrimonio dell’UNESCO, nata come colonia fortificata degli esploratori portoghesi in Africa occidentale sulla rotta per l’India (primi anni del XVI secolo). Un altro centro dalla forte impronta europea è Essaouira, eccezionale esempio di città fortificata del tardo XVIII secolo, costruita secondo i principi dell’architettura militare europea, patrimonio dell’UNESCO. Fin dalla sua fondazione, è stato un importante porto commerciale internazionale, che collega il Marocco e il suo entroterra sahariano con l’Europa e il resto del mondo.
Tétouan, centro nevralgico del Nordafrica durante il periodo islamico, dall’Alto Medioevo in poi è stato il principale punto di contatto tra il Marocco e l’Andalusia. Dopo la Reconquista, la città fu ricostruita dai rifugiati andalusi (moriscos) espulsi dalla Spagna: testimonianza di questo sono la sua arte e la sua architettura, che rivelano una chiara influenza dalla penisola iberica. Anche se di limitata estensione, la medina di Tétouan è la più completa, rimasta in gran parte estranea alle manomissioni di epoca posteriore (patrimonio dell’UNESCO).
Le meraviglie della natura
Il Parco Nazionale di Souss-Massa, raggiungibile da Agadir, protegge un ambiente naturale molto vario, al cui interno si trovano meravigliose spiagge, scogliere rocciose e foreste di Argania spinosa, da cui si estrae il prezioso olio di argan. La ricca biodiversità di Souss-Massa rende la riserva una meta privilegiata anche per gli appassionati del birdwatching. Sulla costa settentrionale del Marocco è situato poi il Parco Nazionale di Al Hoceïma, che conquista i visitatori con le sue magnifiche scogliere calcaree, i cui pendii rocciosi, coperti di vegetazione, si gettano nell’azzurro del Mediterraneo.
Nella catena montuosa dell’Atlante si trovano altre splendide riserve: il Parco Nazionale di Toubkal, con vette che raggiungono i 4.000 metri, e il Parco Nazionale Tazekka, ricco di canyon, grotte naturali e foreste di querce da sughero. Il Parco Nazionale di Ifrane, nel medio Atlante, conserva una vasta foresta di cedri, dove si possono avvistare le bertucce, gli unici primati autoctoni del Mediterraneo. Le gole del Dadès e del Todra, scavate nella roccia, offrono al viaggiatore suggestivi scorci di pietra: le pareti a strapiombo raggiungono un’altezza di 160 metri. Nell’incantevole valle del Draa, che conduce alle porte del Sahara, scorre il fiume più lungo del Marocco, lungo le cui sponde cresce una rigogliosa vegetazione di palme e oleandri. Qui si possono ammirare le maestose dune e sperimentare, attraverso escursioni organizzate, la vita nel deserto, luogo di incontro tra vento e sabbia.
I siti archeologici
Volubilis è il più importante sito archeologico del Marocco, dichiarato patrimonio dell’UNESCO nel 1997. L’antica città, di origine cartaginese e annessa alla provincia romana di Mauretania Tingitana tra il 40 e il 45 d.C., è conosciuta oggi per le sue imponenti vestigia di età romana. Volubilis è infatti ricca di edifici pubblici ben conservati: l’arco dedicato a Caracalla e Giulia Domna (216-217 d.C.), il grande foro, la basilica a due esedre contrapposte, il tempio capitolino, le terme. Anche le abitazioni private della città (I-II sec. d.C.) mostrano l’alto livello di raffinatezza raggiunto dai suoi abitanti: splendide la casa dell’Efebo e la casa del Corteo di Venere, ornate da eleganti mosaici colorati.
Non lontano da Tangeri si trova Lixus, antico sito punico avvolto da un’aura mitologica. Gli autori greci collocavano proprio qui l’undicesima fatica di Ercole, la sottrazione dei pomi d’oro dal giardino delle Esperidi. Di Lixus si possono oggi ammirare i resti archeologici dell’acropoli, i templi preromani e romani, il teatro e le terme. Interessanti anche gli stabilimenti produttivi del garum, una salsa di pesce molto apprezzata dai Romani, che furono il cuore della riconversione economica della città sotto l’imperatore Claudio, quando il sito divenne un castrum romano (40-45 d.C.).
A nord di Rabat si trova la suggestiva necropoli di Chella (Sala Colonia). Varcato il grande portale di ingresso ci si ritrova a vagare tra le rovine, immersi nella vegetazione locale. Banani, aranci, fichi e ulivi fanno da cornice ad antiche tombe e tempietti. Si possono poi ammirare i resti di una moschea del XIII secolo e le vestigia della città romana di Sala Colonia. Anche la colonia romana di Iulia Valentia Banasa, fondata da Augusto nella Mauretania Tingitana per dare terra ai veterani della battaglia di Azio (31 a.C.), conserva importanti testimonianze archeologiche: il foro, il tempio capitolino, le abitazioni private e ben cinque impianti termali.
Le ksar, città fortificate
Le ksar sono tipici insediamenti marocchini, che meritano senz’altro una visita. Si tratta di cittadelle a pianta quadrangolare cinte da imponenti mura, al cui interno si sviluppano abitazioni, botteghe, magazzini e il palazzo (qasba) del signore locale. La loro posizione sopraelevata le rendeva adatte a controllare e difendere il territorio. Ait-Ben-Haddou ne è un sorprendente esempio. Il centro sorge sulla via carovaniera tra Marrakech e il deserto del Sahara ed è stato dichiarato patrimonio dell’UNESCO nel 1987. Ait-Ben-Haddou è nota per le sue stradine tortuose, le grandiose torri angolari e la sua inconfondibile architettura di adobe rosso. Poco lontano sorge la qasba di Télouet, nota anche come Palais du Glaoui (1860), un grande castello abbandonato da cui si gode di una splendida vista sulle montagne dell’Atlante. Ouarzazate, la porta del deserto, è situata nella valle del Dadès ed è raggiungibile da Marrakech. La città appare come una montagna rossa di edifici, i cui caldi mattoni creano un forte contrasto con il verde della sua vegetazione. Da Ouarzazate, una volta superate le palme di Skoura e la valle delle rose, si giunge alle gole del Dadès e del Todra.
Esperienze indimenticabili
Azilal, porta dell'Alto Atlante centrale
Nel cuore del Marocco, il territorio di Azilal è una delle destinazioni meno note. Sorge sui monti dell’Alto Atlante centrale, nei pressi delle magnifiche cascate di Ouzoud. Per la sua posizione, a metà tra il mare e il deserto, ad Azilal le tradizioni arabe e berbere si mescolano, contribuendo a creare un’atmosfera speciale che si riflette nella rinomata tradizione culinaria e nell’artigianato locale, il cui prodotto tipico è la lana, lavorata ad arte per produrre originali tappeti.
Testimonianze della lunga storia della regione sono il granaio fortificato in adobe di Sidi Moussa, simbolo della vita rurale del territorio, impiegato per proteggere le colture in tempi di scarsità e a rischio di carestia, e i tighremt, antiche dimore patriarcali munite di fortificazioni.
Meta ideale per gli amanti della speleologia e della paleontologia sono le grotte di El Ksiba, una moltitudine di cavità molte delle quali raggiunge i 20 metri di profondità. Quattro siti di epoca mesozoica testimoniano la presenza dei dinosauri nella valle di Aït Bouguemez e nella Riserva Naturale di Demnate, dove sono visibili le impronte fossili.
Safi, l'eredità portoghese della capitale della ceramica
Possedimento portoghese dal 1488 al 1541, Safi (Aşfī in arabo e Asfi in berbero), è un centro costiero sull’oceano Atlantico che conserva importanti esempi di architettura militare e religiosa portoghese. All’inizio del XVI secolo i portoghesi eressero le mura dell’enorme bastione del Kechla (poi divenuto palazzo del governatore), l’eccezionale cinta di mura e la cappella portoghese, costruita all’inizio del XVI secolo per diventare il coro della cattedrale gotica di Safi, incompiuta (ora raggiungibile dal souq). La cappella è un eccezionale documento, in Nordafrica, dello stile manuelino, il tardogotico portoghese diffuso durante il regno di Manuele I del Portogallo (1495-1521) e presente in tutti i territori dell’impero commerciale portoghese.
Ciò che rende Safi famosa in tutto il Maghreb è la produzione di utensili in terracotta, decorati a mano nei tipici colori bianco e blu. L’artigianato ceramico giunse a Safi nel XII secolo, quando in città arrivarono i musulmani andalusi cacciati dalla Spagna cristiana a seguito della Reconquista. A contribuire al successo della produzione ceramica fu, oltre alla sapienza artigianale, l’alta qualità dell’argilla locale. Per approfondire l’argomento, oltre a visitare il quartiere dei vasai, a Safi è presente dal 1990 il Museo Nazionale della Ceramica, dedicato a uno dei manufatti più caratteristici del Paese.
Ouarzazate e Ait-Ben-Haddou, le Hollywood d'Africa
Ouarzazate, sul versante orientale del Marocco, è una suggestiva cittadina sviluppatasi negli anni Venti, al tempo del colonialismo francese, come centro militare e amministrativo. Nelle sue immediate vicinanze si trovano gli Atlas Corporation Studios, dove sono state girate diverse pellicole ambientate nel deserto, tra le quali numerose scene di Star Wars, e celebri produzioni internazionali come Lawrence d’Arabia (David Lean, 1962), Il tè nel deserto (Bernardo Bertolucci, 1990), Kundun (Martin Scorsese, 1997) e Babel (Alejandro González Iñárritu, 2006).
Nella periferia di Ouarzazate, in direzione di Tinerhir, sorge la scenografica qasba di Taourirt, abitata sino a poco dopo gli anni Trenta e utilizzata, nel 2006, per la terza edizione del reality show italiano La fattoria. Nello stesso luogo è stato girato il film horror Le colline hanno gli occhi (Alexandre Aja, 2006) e il sequel Le colline hanno gli occhi 2 Alexandre Aja, 2007).
Poco lontano, nella magnifica Ait-Ben-Haddou, sono state girate scene de Il Gladiatore (Ridley Scott, 2000) ed episodi della famosissima serie Games of Thrones (Thomas McCarthy, 2010).
Tamegroute: villaggio tuareg nel Sahara
La pista che da Zagora giunge lungo la spettacolare valle del Draa fino a Mhamid, al confine algerino, passa dal piccolo villaggio di Tamegraute, ancora abitato dai Tuareg.
Tamegraute, che grazie alla sua posizione isolata conserva intatte le atmosfere e le antiche tradizioni proprie del popolo del deserto, vale una visita per almeno tre caratteristiche: le rinomate ceramiche prodotte a mano, le cinque qasba che compongono il villaggio e l’antica biblioteca annessa alla madrasa.
Le ceramiche di Tamegraute, ricercate in tutto il Magreb, sono prodotte ancora oggi secondo procedimenti antichi e cotte in forni a legna. Il tipico colore verde intenso del rivestimento è dato dalla presenza di rame e manganese nell’inveriatura.
Nel centro di Tamegraute esistono ben cinque qasba, costruite da altrettante antiche famiglie, di cui una – unico esempio esistente – sotterranea, costituita da un labirinto di vicoli sui quali si affacciano le anguste porte d’ingresso delle abitazioni scavate nella roccia.
Infine, annessa alla madrasa c’è la biblioteca coranica, una delle più antiche del Marocco, con all’interno preziosi manoscritti rilegati in pelle di gazzella.
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Marocco nel piatto
Grazie alla doppia componente berbera e araba, e all’interazione con altre culture e nazioni nei secoli, la cucina marocchina è estremamente varia e caratterizzata dall’accostamento – spesso contrastante – di sapori diversi, che vanno dal dolce al salato.
Sovrano della cucina marocchina è il cous cous, che le donne preparano in maniera tradizionale ponendo la farina di semola (macinata a grana grossa) in un contenitore a base piatta e bordi svasati, con un po’ di acqua salata. Con movimenti circolari dei polpastrelli si fa assorbire l’acqua alla semola. Dopo aver riposato, il cous cous è pronto per essere cucinato nella cuscussiera, composta da una casseruola (kedra), dove viene preparato il brodo (di carne, pesce o verdura) e da una parte superiore conica, forata (kaskas) dove viene messo a cuocere a vapore il cous cous. La specialità viene servita in un grande vassoio, da dove i commensali si servono direttamente con un cucchiaio.
Piatti tipici sono il tajine, nelle varianti mqualli (pollo con limone e olive), kefta (polpette e pomodori) e mrouzia (agnello con prugne e mandorle), la pastilla (bstalh), un pasticcio di carne di piccione, originario della Spagna islamica, la harira, una zuppa tradizionale berbera a base di pomodori, cipolle, zafferano e coriandolo, legumi ed erbe aromatiche e i merguez, salsicce di carne bovina o ovina. I contorni di accompagnamento sono le insalate taktouka, a base di peperoni verdi arrosto e pomodori, zaalouk, con melanzane e pomodori, e bakoula, a base di malva.
Il Marocco è molto ricco di varie spezie, che contribuiscono a dare alle pietanze il caratteristico delizioso profumo. Tra queste il cumino, la curcuma, lo zafferano, la cannella e la paprika.
La regionalità si apprezza particolarmente nelle zone della costa, dove è possibile trovare sia i crostacei (astice, aragosta e gamberoni), sia altri tipi di pesce, in particolare il pesce azzurro.
Mandorle e miele sono alla base della tradizione dolciaria marocchina, come le kaab el ghazal (“corna di gazzella”), biscotti con un morbido ripieno di pasta di mandorle, aromatizzati con cannella ed estratto di fiori d’arancio, o la pastilla au lait, sfogliata con crema di latte e mandorle tritate. Un dolce molto goloso è l’amlou, una crema alle mandorle e olio di argan, estratto dai semi della pianta di Argania spinosa, nativa nella zona meridionale del Marocco.
La chiusura del pasto, ma anche una pausa rilassante, avviene in genere con il tè caldo alla menta, digestivo e rinfrescante, bevanda nazionale del Marocco, servito in bicchierini finemente decorati.
Pillole di storia
Parte in antico del territorio della Mauretania, una regione dell’Africa settentrionale fortemente influenzata dai punici di Cartagine, l’area dell’attuale Marocco divenne, nel 42 a.C., la provincia romana della Mauretania Tingitana, della quale facevano parte le città ancora oggi conservate: Volubilis, Sala Colonia (Chella), Iulia Valentia Banasa, Thamisuda e Tingis (Tangeri). Nel 429 d.C. giunsero in Nordafrica, dalla penisola iberica, i Vandali, sconfitti nel 533 dal grande generale bizantino Belisario, nel corso della Guerra greco-gotica.
L’islamizzazione dell’area del Marocco iniziò nel 632, con la conquista da parte di ʿUqba ibn Nāfiʿ, leggendario condottiero arabo che sottomise tutta l’Africa del nord e fondò nel 670 la città e la Grande Moschea di Kairouan (al-Qayrawan) in Tunisia. Da quell’anno in poi si avvicendarono sull’attuale Marocco diverse dinastie islamiche, l’ultima delle quali è quella attualmente regnante. Nel 788 salì al potere per la prima volta una dinastia araba sciita, quella degli Idrisidi, che rimase al potere fino al 984 e che diffuse l’islam tra le popolazioni berbere. Sotto gli Idrisidi venne fondata Fès, importante centro culturale, religioso e commerciale.
Dal X al XVI secolo la storia del Marocco è strettamente legata al califfato di Cordova, che governò sulla penisola iberica araba (al-Andalus) e su parte del Maghreb dal 929 al 1031. Alla morte dell’ultimo califfo di Cordova, Hisham III ibn Muhammad (1031), i territori del califfato si smembrarono in tanti piccoli emirati indipendenti (taifa) fino a quando, con l’avvento in Maghreb della dinastia berbera degli Almoravidi, essi furono annessi all’impero almoravide. Protagonista dell’impresa fu Yūsuf ibn Tāshfīn, primo sovrano almoravide, che fondò Marrakesh nel 1060 e, tra 1063 e 1082, operò per unificare il Marocco e l’Algeria occidentale. Nel 1086 fu chiamato dagli emiri arabi di al-Andalus contro Alfonso VI di Castiglia, che sconfisse a Sagrajas (Zallāqa). Tra 1090 e 1094 fu padrone di tutto al-Andalus, divenendo il grande nemico di Rodrigo Díaz de Bivar, meglio noto come El Cid, signore di Valencia. Nel 1097 Yūsuf ibn Tāshfīn ebbe nuovamente la meglio sulle truppe cristiane, e l’anno dopo tornò definitivamente a Marrakesh, per spegnersi nel 1106. I discendenti non riuscirono a calcare le sue orme, e con la conquista di Marrakesh del 1147 salì al potere un’altra dinastia di regnanti di origine berbera, gli Almohadi, il cui regno, che si estendeva su Marocco, Algeria, Tunisia, Libia e alcune regioni della Spagna e del Portogallo, durò fino al 1269. ʿAbd al-Muʾmin, morto nel 1163, Abu Ya’qub Yusuf I (1163-1184) e Abū Yūsuf Yaʿqūb al-Manṣūr (1184-1199) estesero la loro autorità a tutta la Spagna islamica, infliggendo nel 1195 una sconfitta ad Alfonso VIII di Castiglia, nella battaglia di Alarcos. Dopo la sconfitta di Las Navas de Tolosa (1212) da parte della lega cristiana, gli Almohadi iniziarono a perdere autorità, fino a che la nuova dinastia dei Merinidi prese il loro posto conquistando Marrakesh nel 1269. Nel XIV secolo i Merinidi tentarono nuovamente di estendere il loro dominio sulla penisola iberica, riuscendo a riconquistare Gibilterra e una parte dell’Andalusia (1333), ma furono fermati nell’assedio di Tarifa e dalla sconfitta subita, insieme al Sultano di Granada loro alleato, al rio Salado nel 1340, per opera delle truppe castigliane e portoghesi.
Approfittando della morte del sultano merinide, nel 1358 i regni cristiani della penisola iberica portarono la guerra in Maghreb, installandosi in alcune località della costa. Nemmeno la dinastia dei Wattasidi, succeduti ai Merinidi, riuscì a contrastare l’avanzata degli europei, tanto che nel 1497 Melilla cadde in mano spagnola. Solo nel 1541 l’esercito della dinastia dei Saʿdiani sconfisse i portoghesi ad Agadir, bloccandone l’espansione in Marocco, e nel 1554 succedettero ai Wattasidi. Ad al-Manṣūr nel 1578 i Saʿdiani sconfissero definitivamente i portoghesi, dando inizio a un periodo di pace e prosperità.
Si data agli anni intorno al 1660 la salita al potere la dinastia sunnita alawide, che ancor oggi regna in Marocco, ed è alla fine del XVIII secolo che le potenze europee (Spagna, Francia, Gran Bretagna e Germania) iniziano a gravare con i loro interessi sul Nordafrica.
Nel 1912, con il trattato di Fès, il sultano alawide riconobbe il protettorato francese del Marocco, che diventava a tutti gli effetti una colonia francese (con alcuni territori sotto il controllo diretto della Spagna: il Rif, Tarfaya e Ifni). La Francia impose sul Paese la propria amministrazione diretta, sul modello della vicina Algeria.
Al termine della Seconda guerra mondiale, il partito socialista Istiqlal, fondato nel 1943, chiese aiuto agli USA e al Regno Unito per la causa indipendentista contro la Francia, allora impegnata nelle crisi in Algeria e in Indocina. Nel marzo 1956 si giunse così al riconoscimento dell’indipendenza del Marocco, sotto il regno di Mohammed V (prima sultano poi, dal 1957, re).
Con il figlio di Mohammed V, Hassan II, venne approvata una nuova costituzione e nel 1963 si tennero le prime elezioni parlamentari, in contemporanea all’inizio delle ostilità con l’Algeria (la “Guerra della sabbia”). Sul fronte della politica interna, il sovrano attuò una dura repressione contro le opposizioni, purghe nell’esercito e politica nazionalista.
Nel 1999 ad Hassan II succedette il figlio e attuale regnante, Mohammed VI, la cui politica si volse fin da subito alla distensione sia nei confronti della popolazione che dell’Algeria. Nel 2001 venne creato l’Istituto Reale per la Cultura Berbera, fondamentale riconoscimento a una lingua, il berbero, parlato da circa il 40% della popolazione ma fino a quel momento assente nelle scuole (dove usavano solo l’arabo e il francese).
A chi consigliamo il viaggio
Il Marocco offre tante tipologie di viaggio, dal relax nelle zone di mare al turismo attivo, dalla visita alle città d’arte all’esplorazione dei remoti villaggi sulle piste carovaniere del Sahara. La varietà di paesaggi del Maghreb è il miglior antidoto alla noia, e la rinomata cucina marocchina, con i suoi sapori e profumi, lascerà nel viaggiatore un’inarrestabile desiderio di tornare.
Consigli di lettura per viaggiatori in poltrona
- Muhammad Choukri, Soco Chico (Jouvence 1997)
- Elias Canetti, Le voci di Marrakech. Note di un viaggio (Adelphi, 2004)
- Muhammad Barrada, Il gioco dell’oblio (Mesogea 2009)
- Alessandra Bravin, Marrakech e dintorni: il fascino della città rossa (Polaris, 2010)
- Barbara Bertuzzi, Marrakech dietro le antiche porte. Viaggio curioso nella città dei riad (Polaris, 2011)
- Mohammed Al Achaari, L’arco e la farfalla (Fazi 2012)
Cinema del Marocco: film per viaggiatori cinefili
- Casablanca (Michael Curtiz, USA, 1942)
- Il pane nudo (Rachid Benhadj, Marocco-Algeria-Italia-Francia, 2005, dall’omonimo romanzo di Mohamed Choukri)
- Sophia (Meryem Benm’Barek-Aloïsi, Belgio, 2018)
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Informazioni utili
Documenti necessari per passeggeri italiani
Necessario il passaporto con almeno sei mesi di validità al momento dell’ingresso nel Paese. È consentito l’ingresso senza visto per soggiorni turistici di una durata massima di tre mesi. Per motivi di lavoro, studio, ecc. è necessario ottenere il relativo visto, da richiedere ad un ufficio diplomatico/consolare marocchino presente in Italia.
Vaccinazioni e situazione sanitaria
Nessuna vaccinazione richiesta.
La situazione sanitaria è, nel complesso, soddisfacente. Le strutture medico-sanitarie pubbliche non sono pari al livello europeo. Nelle maggiori città esistono invece cliniche private a pagamento adeguate per interventi semplici e/o urgenti. Il costo di un ricovero può essere considerevole. Nelle principali città si trovano medici di buon livello professionale. Le farmacie sono numerose e generalmente ben fornite. Il servizio ambulanza risulta invece generalmente inadeguato.
Malattie presenti
Si registrano casi di epatite, di rabbia e, più raramente, di tifo (malattie endemiche in Marocco), oltre che isolati casi di influenza suina.
Avvertenze
Si raccomanda caldamente di stipulare prima della partenza una polizza assicurativa che preveda la copertura delle spese mediche e l’eventuale rimpatrio aereo sanitario (o il trasferimento in altro Paese) del paziente.
Qualora il periodo di permanenza si prolunghi, sono consigliate, previo parere medico, le vaccinazioni contro:
– la rabbia (soprattutto per i bambini) se si soggiorna in zone rurali dove potrebbero venire a contatto con animali;
– l’epatite A e B.
L’acqua corrente del rubinetto è potabile nelle grandi città (Rabat, Casablanca) ma è tuttavia consigliabile, specie fuori dai centri abitati, bere acqua in bottiglia e senza aggiungere ghiaccio nelle bevande. Evitare di mangiare insaccati locali, frutti di mare crudi, verdura cruda, frutta non sbucciata e latte non pastorizzato. I disturbi gastro-intestinali sono frequenti accompagnati da diarrea e/o vomito ed anche febbre.
Fuso orario
– 1 ora rispetto all’Italia, – 2 ore quando in Italia vige l’ora legale.
Quando andare
Il clima è temperato lungo le coste, le temperature estive non sono molto elevate e gli inverni sono miti. La stagione delle piogge si verifica soprattutto nei mesi da novembre a febbraio e spesso le strade sono impraticabili. Nell’interno del Paese, invece, le temperature sono molto elevate in estate, con picchi che arrivano oltre i 40 gradi, mentre gli inverni sono miti; durante la notte le temperature sono molto basse, soprattutto nel deserto. In inverno si registrano abbondanti nevicate sulle montagne dell’Atlante.
Moneta
Dirham marocchino.
Lingua
Le lingue ufficiali sono l’arabo e l’amazigh (berbero). Ampiamente diffuso il francese, discreta conoscenza dello spagnolo e dell’italiano, poco diffuso l’inglese.
Religione
La popolazione è musulmana, con una piccola comunità ebraica ormai concentrata su Casablanca; nelle principali città sono presenti e funzionanti chiese cattoliche, con servizi domenicali generalmente in francese e spagnolo.
Telefono
Prefisso dall’Italia: 00212 + il prefisso della località senza lo zero .
Telefonia: l’importazione temporanea e l’utilizzazione di telefoni mobili è autorizzata. Il Marocco fa parte del circuito GSM.
La copertura è quasi integrale per i tre operatori di telefonia mobile, Maroc Télécom, Orange e Inwi. Nelle zone montane e desertiche Maroc Télécom assicura una migliore copertura. L’importazione temporanea di apparecchi CB è consentita.
Come muoversi
I treni funzionano bene e coprono la tratta nord-sud (da Tangeri ad Agadir) e verso est ad Oujda.
Le strade sono generalmente in buone condizioni. La rete autostradale del Marocco ha una lunghezza di 1480 km. Il pedaggio si paga in contanti.
Si raccomanda estrema prudenza nella guida, soprattutto al di fuori dei perimetri urbani, data l’elevata incidentalità, anche mortale, rilevata sulle strade-autostrade marocchine ogni anno.
Numerosi sono i distributori di carburante dove si trova benzina senza piombo e gasolio “350” di buona qualità.
Elettricità
La corrente è a 220 Volt – 50 Hz.
Ultimo aggiornamento: 9 marzo 2020. Per ulteriori informazioni e aggiornamenti consultare sempre il sito Viaggiare Sicuri.
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