Il fatto di essere – da sempre – al crocevia, culturale e geografico, tra Asia, Europa e Africa ha portato Israele a diventare, da una parte, “terra santa” per eccellenza, dall’altra, un territorio conteso, dalle vicende ancora oggi complesse e non prove di controversie.
Terra promessa delle tre grandi religioni monoteistiche del Mediterraneo
Terra promessa dell’ebraismo, culla del cristianesimo, luogo sacro dell’islam, Israele è un luogo di incontro e scontro di culture, imperi e religioni fin dall’inizio della storia. Pochi luoghi sulla terra hanno il fascino di Israele: la bellezza senza tempo di Gerusalemme, lo skyline modernista di Tel Aviv, il panorama di colline e valli, la quiete del Mar Morto, il variopinto canyon di Makhtesh Ramon, le antiche mura dei siti archeologici, patrimonio dell’UNESCO. La devozione religiosa permea l’atmosfera, e si avverte nelle silenziose preghiere degli ebrei ortodossi al Muro occidentale come nel richiamo del muezzin.
Non aspettatevi però un luogo dove il tempo si è fermato: la movimentata vita culturale di Tel Aviv e Haifa offre molte opportunità di svago, nonché di assaggiare le specialità di un numero strabiliante di ristoranti gourmet.
Israele è però anche un Paese fatto di contrasti: nei paesaggi che cambiano a distanza di pochi chilometri, nella gente così diversa per i tratti del viso e i modi di vivere, nel contrasto tra l’aridità del deserto e l’agricoltura, vero e proprio vanto della storia dello Stato d’Israele, e che trova la sua espressione nei kibbuz, le fattorie collettive grazie a cui i coloni sono riusciti a strappare la terra al deserto, coltivandola con amore e fatica, in perenne scarsità di acqua.
Da non perdere
Le città
Gerusalemme
Tel Aviv
Nazaret
Elat (Eilat)
Haifa (Caifa)
Acri (‘Akkô)
Be’er Sheva (Bersabea)
I siti patrimonio dell’UNESCO
Masada
Città vecchia di Acri
Siti sulla via dell’incenso nel deserto del Negev: Haluza, Mamshit, Avdat, Shivta
Tell biblici: Megiddo, Hazor, Be’er Sheva
Luoghi sacri baha’i ad Haifa e in Galilea occidentale
Grotte di Nahal Me’arot/Wadi el-Mughara (Monte Carmelo)
Grotte di Maresha e Bet-Guvrin
Necropoli di Beit She’arim
I musei
Museo d’Israele (Gerusalemme)
Yad Vashem (Gerusalemme)
Torre di Davide (Gerusalemme)
Bible Lands Museum (Gerusalemme)
Museo d’Arte di Tel Aviv
Joseph Bau House Museum (Tel Aviv)
Cosa vedere
Tel Aviv, capitale multiculturale e Haifa, polo spirituale della religione Bahá’í
Tel Aviv, la più grande area metropolitana di Israele, rappresenta il fulcro dell’innovazione, della cultura e della creatività dello Stato d’Israele, una “città che non dorme mai” sulle rive del Mediterraneo. Con le sue bellissime spiagge, l’animata scena culturale e i grandi ristoranti gourmet, è una capitale dalla ricchissima vita notturna, in cui è facile trovare qualcosa da vedere e da fare, anche in pieno relax.
Fondata nel 1909 e sviluppata sotto il mandato britannico in Palestina, Tel Aviv (“collina della primavera” in ebraico) prende il nome da un passo del Libro di Ezechiele in cui si dice che la collina della primavera è il luogo dove, nella visione del profeta, trovano rifugio gli ebrei in esilio. È nota, nella storia dell’architettura, per gli edifici che compongono la Città Bianca (ora Patrimonio dell’UNESCO), costruiti in stile Bauhaus da architetti tedeschi ebrei immigrati nella Palestina britannica a seguito dell’ascesa in Germania del Nazionalsocialismo. Basta però arrivare nella città vecchia di Jaffa, ora un quartiere sud-occidentale di Tel Aviv, per cambiare completamente prospettiva: il modernismo Bauhaus lascia infatti spazio ad affascinanti edifici in pietra, entro cui i tortuosi vicoli, su cui si aprono gallerie d’arte, ristoranti, teatri e musei, riportano alla memoria le vicende bibliche di Giona, Salomone e San Pietro, nonché il mito greco di Perseo e Andromeda.
Haifa, centro culturale del nord di Israele, è la capitale spirituale della religione bahá’í, una religione sulla quale prendiamo in prestito le parole di Fredrik Sjöberg: «fondata in Persia nel 1844 il cui principale profeta fu un personaggio di nome Baháʼu’lláh e la cui dottrina si può riassumere dicendo che tutte le grandi religioni e tutti i libri sacri vanno altrettanto bene e sono più o meno la stessa cosa, anche se il libro sacro scritto dallo stesso Baháʼu’lláh, il Kitáb-i-Aqdas (Il libro più Santo, n.d.r.), è un pochino meglio degli altri. Una splendida religione, come si vede» (Il re dell’uvetta, Iperborea 2016, p. 179). Nel territorio di Haifa sono presenti i due luoghi più sacri della religione bahá’í, associati con i fondatori e poli di pellegrinaggio: il santuario di Bahá’u’lláh ad Acri e il santuario del Báb ad Haifa (patrimonio dell’UNESCO), con i loro splendidi giardini, palazzi e monumenti associati. Questi due santuari sono parte di un più ampio complesso di edifici, monumenti e siti in sette località distinte ad Haifa e in Galilea occidentale, visitati come tappa del pellegrinaggio bahá’í.
Gli straordinari luoghi dell’archeologia, patrimoni dell’UNESCO
Se Gerusalemme rappresenta il vero e proprio cuore del racconto biblico, come abbiamo cercato di illustrare nell’articolo dedicato alla “mappa di Madaba”, molti sono i siti archeologici di rilevante valore storico. La maestosa fortezza di Masada, nel deserto della Giudea, affacciata sul Mar Morto, è un simbolo dell’antico regno di Israele e della resistenza degli Ebrei alla conquista romana nel 73 d.C. Fu residenza, nella prima età imperiale, di Erode il Grande, re di Giudea, che regnò dal 37 al 4 a.C. e sovrintese alle potenti fortificazioni, che costituiscono le più complete opere militari romane arrivate ai nostri giorni. Storica città portuale murata, Acri (‘Akkô) è insediata senza soluzione di continuità dal periodo fenicio. L’aspetto attuale del sito, risalente al periodo ottomano (XVIII e XIX secolo), con cittadella, moschee, khan e bagni, si sovrappone alla città crociata, capitale del regno medioevale dei crociati di Gerusalemme, risalente al 1104-1291. Articolata in una serie di catacombe, la necropoli di Beit She’arim, a sud est della città di Haifa, si è sviluppata dal II sec. a.C. dopo il fallimento della seconda rivolta antiromana degli Ebrei di Gerusalemme. Con le iscrizioni in greco, aramaico ed ebraico, Beit She’arim è una testimonianza unica dell’antico giudaismo.
Testimonianze delle più antiche età dell’uomo sono le grotte di Tabun, Jamal, el-Wad e Skhul, sulle pendici occidentali della catena del Monte Carmelo. La sequenza archeologica venuta in luce grazie agli scavi ha fornito dati di estremo interesse per la conoscenza delle prime forme di vita umana in Asia sud-occidentale, dimostrando la coesistenza di uomini di Neanderthal e uomo anatomicamente moderno all’interno dello stesso contesto di Medio Paleolitico (Musteriano).
Il territorio di Israele contiene oltre 200 tell (insediamenti urbani a tumulo), tra i quali sono notevoli quelli di Megiddo, Hazor e Be’er Sheva (Bersabea), risalenti all’età del Ferro, ricchi di richiami biblici. La loro struttura riflette l’esistenza di un’autorità centralizzata, a controllo dell’attività agricola e delle vie commerciali. Sempre lungo le antiche vie del commercio verso Mesopotamia ed Egitto, sotto le antiche città di Maresha e Beit Guvrin, sono visibili circa 3.500 camere ipogee, ricavate nel gesso morbido e omogeneo della Bassa Giudea. Il sito documenta la complessa cultura della regione e la sua evoluzione dall’VIII sec. a.C. all’epoca crociata. Le grotte furono adibite a cisterne, frantoi, bagni, colombari, stalle, aree cultuali, rifugi, e in parte a sepolture.
Avventure lungo la via dell’incenso
Una delle caratteristiche di Israele è di vantare una straordinaria varietà geografica in un’estensione relativamente limitata. Le distanze sono brevi, e in poco tempo si può far esperienza di ambienti diversi, dalle spiagge mediterranee alla acque ricche di minerali del Mar Morto, fino al Mar Rosso. Gli appassionati di escursioni possono fare trekking lungo un itinerario che taglia in lunghezza tutto il Paese da nord a sud, il Sentiero nazionale d’Israele, esplorare le oasi sulle scogliere sopra il Mar Morto o esplorare le variopinte formazioni di arenaria di Makhtesh Ramon.
Il contesto in assoluto più suggestivo è il deserto del Negev, dove sorgono le quattro città nabatee di Haluza, Mamshit, Avdat e Shivta (patrimonio dell’UNESCO), lungo la via che conduce alla porzione mediterranea della via dell’incenso e delle spezie. Le quattro città documentano il ricco commercio di incenso e mirra proveniente dal sud dell’Arabia e diretto al Mediterraneo, che fiorì dal III sec. a.C. fino al II d.C. Come gli attuali kibbuz, con i loro sofisticati sistemi di irrigazione, strutture urbane, fortezze e caravanserragli, testimoniano il modo in cui l’inospitale habitat desertico fu adibito all’agricoltura e agli scambi.
Esperienze indimenticabili
Gerusalemme sottosopra: itinerario archeologico sotto la Città Vecchia
Al di sotto della Città Vecchia di Gerusalemme si stende una rete di passaggi sotterranei lunga quasi due chilometri: un primo percorso parte dal Kotel (come gli ebrei chiamano il Muro del Pianto), prosegue in direzione nord e passa sotto le abitazioni del quartiere musulmano di Silwan. Un secondo tunnel procede invece dal piazzale del Muro del Pianto in direzione sud, passando sotto le mura di Gerusalemme. Quest’ultimo percorso è un antico canale di scolo, che correva sotto la strada principale di duemila anni fa, parzialmente riportata in luce nella vicina “Ir David” (la “Citt di Davide”), il parco archeologico che sorge su quella che, secondo gli archeologi, era l’antica reggia del re Davide. È possibile ipotizzare che questo canale sia il condotto che, come riporta lo storico Giuseppe Flavio, consentì agli ultimi ebrei di abbandonare il Tempio caduto nelle mani delle legioni dell’imperatore romano Tito. Dal parco archeologico Ir David, un terzo percorso sotterraneo arriva fino alla piscina di Siloe, l’antica riserva d’acqua della città di Gerusalemme. Una full-immersion nell’età erodiana, l’era del massimo splendore dell’antica Gerusalemme ebraica, di fondamentale importanza per l’identità degli ebrei di oggi.
Midburn, il festival nel deserto del Negev
6 giorni in cui tutte le norme sociali sono abbandonate e la creatività e la libera espressione di se stessi sono lasciate libere: stiamo parlando del Midburn (מידברן) un festival che, dal 2014, si tiene nella suggestiva cornice del deserto del Negev. Il nome deriva da un gioco di parole tra la parola ebraica “deserto” (מידבר “midbar”) e la parola inglese “burn”, in riferimento al festival annuale del Burning Man, nel deserto del Nevada. Ogni anno, il festival si tiene in concomitanza con lo “Shavuot” (la Pentecoste), nel periodo di maggio-giugno, e culmina nello settacolare falò di sculture in legno.
Israele nel piatto
Israele è un paradiso per gli amanti del cibo, tradizionale e internazionale: la variegata componente etnica del Paese, che ha accolto dal 1948 ebrei da tutto il mondo dopo la Shoah, viene rispecchiata nella combinazione tra la cucina mediorientale e diverse cucine etniche, tutte da gustare tra ristoranti gourmet e street food.
Di tradizione mediorientale sono l’hummus (salsa di ceci arricchita con tahina, crema di semi di sesamo), le falafel (polpette di ceci speziate e fritte), e il sabich, a base di melanzane fritte. Tutte queste specialità (e molte altre) possono essere accompagnate con la pita, il tipico pane piatto, a base di farina di grano.
Molto sostanziosi il hraimi, pesce condito con un sugo di pomodoro, molto piccante, lo shakshuka (“mistura” in berbero) a base di uova con cipolla, aglio, pomodori, peperoni e spezie varie (ottimo anche a colazione), e la shawarma, street food composto di sottili fette di carne (pollame o agnello) cotte allo spiedo e condite con salse.
Dolce mediorientale per eccellenza, lo halva è a base di semi di sesamo o tahini, con zucchero o miele, e può essere arricchito con pistacchio, frutta secca, pasta di cocco, agrumi, vaniglia o cioccolato.
Le pietanze tradizionali ebraiche sono quelle kosher. La treccia di Challah è un pane dolce che si consuma al sabato e nei giorni di festa, privo di latte e burro: il suo valore simbolico lo riporta al tempo del cammino degli Ebrei nel deserto, quando al sabato era proibito il raccolto della manna. Dio rimediò al problema, con una razione doppia il venerdì, così da poterne disporre anche al sabato. Sempre servito durante lo Shabbat (e quindi preparato il venerdì sera), il cholent è uno stufato a base di manzo, patate, fagioli e orzo. Nella variante sefardita si usa il riso invece di fagioli e orzo, e pollo al posto del manzo; in quella aschenazita si aggiunge la kishke, salsiccia farcita con un impasto di farina, pollo o grasso d’oca, cipolle fritte e spezie. Specialità simbolo della Hanukkah (la “festa delle luci”, che celebra la sconfitta del re greco-siriano Antioco e la riconquista, da parte degli Ebrei, del Tempio di Gerusalemme e della libertà di culto) sono i latkes (frittelle di patate grattugiate), e i sufganiot, detti anche krapfen (simili ai nostri bomboloni, fritti nell’olio).
L’esperienza del cibo in Israele può partire dai mercati all’aperto: a Tel Aviv lo Shuk Hacarmel e lo Shuk Hatikva sono tappe obbligate per i gourmet curiosi, come anche il mercato Mahne Yehuda a Gerusalemme.
Per provare la cucina tradizionale ebraica dell’Europa dell’est (aschenazita), il luogo migliore è la città ortodossa Bney Brak (vicino a Tel Aviv), dove il giovedì sera, alla vigilia della cena del venerdì, potrete assaggiare il kigel (timballo di pasta al forno) e il gefilte fish (polpette di pesce).
Pillole di storia
Il nome “Israele”, citato nella Bibbia più di duemila volte, è il nome stesso del popolo ebraico, dell’antico regno biblico e dello Stato ebraico fondato nel 1948 a seguito della Shoah. A dispetto della diaspora, in terra d’Israele la presenza ebraica non è mai sparita del tutto: a Hebron, Gerusalemme e nella zona del Lago di Tiberiade sono sempre vissute piccole comunità di Ebrei, è con l’Ottocento che inizia dall’Europa, una serie di ondate migratorie verso la Palestina, all’epoca parte dell’impero ottomano. Con la fine della compagine ottomana la Palestina passa sotto il mandato britannico: la presenza ebraica, che non smise mai di aumentare durante il corso del Novecento, cresce esponenzialmente durante e soprattutto dopo la Seconda guerra mondiale. Nel novembre del 1947 una risoluzione ONU previde, in Palestina, la creazione di due Stati: uno arabo palestinese e uno ebraico palestinese. Gli arabi rifiutarono tale risoluzione e dichiararono guerra al futuro Stato ebraico. Il 14 maggio del 1948 David Ben Gurion, primo ministro del nuovo Stato, proclama ufficialmente la nascita dello Stato d’Israele. Lo stesso giorno l’esercito di Siria, Giordania, Egitto e Iraq attaccò il Paese, dando il via a una serie di conflitti (tra cui la guerra dei Sei giorni, nel 1967, e la guerra del Kippur, nell’ottobre del 1973) ancora in corso.
A chi consigliamo il viaggio
Israele è un piccolo Paese, con una popolazione di circa nove milioni di abitanti, in maggioranza ebrei ‒ provenienti dai luoghi più diversi ‒ ma anche arabi e altre minoranze. Fare il giro dell’isolato, in una qualunque città israeliana, significa fare l’esperienza di un luogo veramente complesso e multiculturale, e ve ne accorgerete sentendo ovunque parlare contemporaneamente più di una lingua: ebraico, arabo, russo, yiddish, inglese…
Consigli di lettura per viaggiatori in poltrona
Per conoscere letterariamente Israele ci sono in primo luogo i suoi grandi scrittori: Amos Oz, Abraham B. Yehoshua, David Grossman, Etgar Keret, Sayed Kashua. Ci permettiamo però di aggiungere una micro-selezione di racconti di viaggio, che parlano di Israele da una prospettiva “da stranieri”.
Cronache di Gerusalemme, di Guy Delisle (Rizzoli Lizard, 2012)
A piedi a Gerusalemme. 16 giorni di cammino in Terra Santa, di Paolo Giulietti (Terre di Mezzo, 2012)
Una via di pace. In viaggio tra Israele e Palestina, di Mario Boccia e Andrea Semplici (Terre di Mezzo, 2011)
Israele, la sua storia, le sue contraddizioni, in pellicola
Train de Vie – Un treno per vivere, di Radu Mihaileanu (Francia, Belgio, Romania, Israele, Paesi Bassi, 1998)
Vai e vivrai, di Radu Mihaileanu (Francia, Israele 2005)
Valzer con Bashir, di Ari Folman (Israele, Germania, Francia, 2008)
Il giardino dei limoni, di Eran Riklis (Israele, Germania, Francia, 2008)
Informazioni utili
Documenti necessari per passeggeri italiani
Necessario passaporto, con validità di almeno sei mesi dalla data di ingresso. Non è possibile giungere nei Territori Palestinesi senza transitare per frontiere controllate da Israele. Tutti coloro che intendono recarsi in Cisgiordania e a Gaza devono quindi conformarsi alle normative israeliane e ciò vale anche nel caso in cui si provenga dalla Giordania e si intenda entrare in Cisgiordania attraverso il ponte di Allenby.
Non è richiesto il visto d’ingresso per entrare in Israele come turista fino a 90 giorni di permanenza. Al momento dell’ingresso in Israele non viene apposto il timbro di ingresso sul passaporto, ma consegnato un tagliando con i dati del viaggiatore e i termini del visto, da esibire in particolare in caso di ingresso nei Territori Palestinesi. Si raccomanda di conservare il tagliando fino al momento del rientro in Italia.
Vaccinazioni e situazione sanitaria
La situazione sanitaria in generale è molto buona e i servizi ospedalieri sono di buon livello.
Si raccomanda, comunque, sempre di:
– bere solo acqua e bibite in bottiglia senza aggiunta di ghiaccio, di non mangiare cibo crudo e carne macinata e di lavare e disinfettare sempre frutta e verdura prima del consumo.
– stipulare prima della partenza una polizza assicurativa che preveda la copertura delle spese mediche e l’eventuale rimpatrio aereo sanitario (o il trasferimento in altro Paese) del paziente.
– portare con sé particolari o importanti medicinali personali che potrebbero non essere reperibili in loco.
Fuso orario
+ 1 ora rispetto all’Italia.
Quando andare
Clima mediterraneo con escursione termica tra giorno e notte. Caldo umido durante l’estate, mite d’inverno.
Moneta
Shekel (NIS).
Lingua
Ebraico, arabo, diffusi l’inglese e il russo.
Religione
Ebraica (maggioritaria), musulmana e cristiana..
Telefono
Prefisso per l’Italia: 0039
Prefisso dall’Italia: 00972
Telefonia: l’intero territorio nazionale è coperto dalla rete GSM e 4G.
Come muoversi
Per chi intende affittare un auto: si può circolare con la patente italiana fino a un massimo di 3 mesi dall’arrivo nel Paese.
Elettricità
Tensione: 230 V
Frequenza: 50 Hz
La presa utilizzata è di tipo C, D, H.
Ultimo aggiornamento: 30 dicembre 2020. Per ulteriori informazioni e aggiornamenti consultare sempre il sito Viaggiare Sicuri.
Oh no! :(
Ci dispiace! Al momento non sono presenti viaggi in questa categoria.
Prova ad utilizzare il nostro form cerca viaggi o contattaci. Il sito Insolita Itinera è in costante aggiornamento e abbiamo tante altre proposte di viaggio che ancora non sono presenti.
Il viaggio dei tuoi sogni da qualche parte esiste, lo cercheremo insieme!