Un viaggio per veri amanti della natura, della solitudine, dei paesaggi aspri e inospitali che hanno reso celebre un’isola dell’estremo Nord – l’Islanda – in cui l’uomo per secoli ha dovuto combattere contro gli elementi primari: l’acqua, l’aria e il fuoco.
L’energia della terra
Poco popolata e situata in un angolo remoto del pianeta, l’Islanda nasconde tra i suoi ghiacci una ricchissima attività vulcanica: è infatti un’isola geologicamente “giovane” (circa 20 milioni di anni), frutto di eruzioni dei vulcani sottomarini – posti lungo LA dorsale medio-atlantica – che col tempo hanno accumulato tanto materiale da far nascere l’isola islandese.
E l’Islanda è ancora in via di formazione: nel 1963 al largo della costa meridionale si è formata dal mare una nuova isola vulcanica, battezzata Surtsey (patrimonio dell’UNESCO), “isola di Surtr”, dal nome di uno dei Múspellsmegir, i giganti del fuoco della mitologia norrena.
Il potere della natura
Il potere della natura islandese è quello di trasformare le azioni più banali in esperienze straordinarie: un tuffo in piscina diventa un bagno in una sorgente termale di acqua calda (quando non caldissima!), una passeggiata in montagna si trasforma in un trekking su un ghiacciaio perenne, e una tranquilla notte in tenda può essere l’osservatorio per godere dello straordinario spettacolo dell’aurora boreale o del sole di mezzanotte.
La cultura contemporanea islandese
L’Islanda non significa solo grandi grandi spazi aperti: ai magnifici paesaggi naturali fa da contrappunto un’animatissima vita culturale, che si manifesta nel patrimonio di miti e leggende norrene, nella poesia scaldica medievale di Snorri Sturluson, nei romanzi di Halldór Kiljan Laxness, premio Nobel per la letteratura nel 1955, nelle arti visive, nel cinema e nella musica di Björk, dei Sigur Rós e di Jóhann Jóhannsson. Per chi ama la musica dal vivo, ogni anno in autunno si tiene a Reykjavík l’Iceland Airwaves, un festival a cui partecipano interpreti islandesi e internazionali.
L’incontro con le persone
Al pari dei geyser che costellano l’isola, il popolo islandese è silenzioso ed estremamente attivo: con impegno e dedizione ha trasformato l’Islanda in una destinazione di altissimo livello, sia per i residenti che per gli ospiti: le città, poco più che paesi se paragonate alla nostra esperienza (la capitale Reykjavík nel 2018 contava 127 220 abitanti), sono attrezzate con università, aeroporti, porti e ospedali, una quantità indefinita di vulcani attivi da monitorare e ottime strutture ricettive. A seguito di queste considerazioni, viene da chiedersi come facciano a trovare anche il tempo per scrivere, comporre musica e confezionare maglioni!
Un’isola letteraria
La trasmissione scritta della parola, fin dall’epoca delle saghe, rappresenta per gli islandesi un aspetto forte della vita quotidiana. Ed è così che gli abitanti dell’isola sono lettori forti e scrittori prolifici, tanto che, secondo le stime, più del 90% degli islandesi legge un libro all’anno e più del 50% ne legge otto (in Italia, il 41% della popolazione ha letto almeno un libro nel corso di un anno e coloro che leggono almeno un libro al mese è più o meno del 15%). In più, un islandese su dieci, nel corso della sua vita, pubblica un libro. Perché allora non provare l’emozione di un viaggio “letterario”, in cui cercare sull’isola reale le sensazioni prodotte dall’isola di carta? Nella sezione letteraria diamo una panoramica degli scrittori islandesi tradotti in italiano.
Da non perdere
Le città
Reykjavík
Kópavogur
Akureyri
Reykjanesbær
Húsavík
Hafnarfjörður
Egilsstaðir
Ísafjörður
Le aree naturalistiche
Parco Nazionale Þingvellir (patrimonio dell’UNESCO)
Parco Nazionale di Snæfellsjökull
Parco Nazionale del Vatnajökull (patrimonio dell’UNESCO)
Cascate di Goðafoss, Dettifoss, Selfoss e Hafragilsfoss
Caldera di Askja
Cascata di Dynjandi
Cascate di Hraunfossar
Cascata di Skógafoss
Isola fluviale di Viðey i Þjórsá
Isola vulcanica di Surtsey (patrimonio dell’UNESCO)
Oltre gli insoliti musei e alla fervida vita culturale e notturna, nella zona di Reykjavík si trovano tre celebri siti di interesse storico-naturalistico, molto frequentati sia dai locali che dai viaggiatori e noti come “Cerchio d’Oro“: il Parco Nazionale Þingvellir (patrimonio dell’UNESCO), il geyser di Geysir e la cascata Gullfoss. Accanto alla ripida falesia di Almannagjá, all’interno del Þingvellir, si trova il Lögberg (la “roccia della legge”), dove l’Alþingi, l’assemblea legislativa degli islandesi, istituita nel 930 e ancora esistente, si riunisce ogni anno. Qui il lögsögumaður recitava tutte le regole, le leggi e le consuetudini di fronte all’assemblea (lögrétta), che aveva il compito di emendarle e ratificarle. Geysir è il più antico geyser noto, tanto da aver dato il nome al fenomeno geotermico (dal verbo islandese gjósa, “eruttare”). La sua potenza spinge i fiotti di acqua bollente, a intervalli irregolari, fino a un’altezza di 60 metri. Per avere tuttavia la certezza di assistere al fenomeno eruttivo basta spostarsi di poco e raggiungere Strokkur, uno dei pochi geyser naturali attivo con una frequenza regolare. Chiude il Cerchio d’Oro la magnifica scenografia naturale della cascata Gullfoss (“cascata dorata”), la più famosa d’Islanda, lungo il fiume Hvítá, eccezionale per teatralità, bellezza e giochi luminosi.
I santuari della natura
Vasto, vario e spettacolare, il Parco Nazionale del Vatnajökull (patrimonio dell’UNESCO) nacque nel 2008 dalla volontà di costituire una grande area protetta unendo il ghiacciaio del Vatnajökull a due parchi nazionali precedentemente istituiti: Skaftafell nel sud-est dell’Islanda e Jökulsárgljúfur nel nord-est. Nel suoi oltre 14.100 chilometri quadrati ( il 14% circa dell’intero Paese), il parco ospita una straordinaria ricchezza di paesaggio e alcuni dei più importanti monumenti naturali dell’isola, creati dalla combinazione di fiumi, ghiacci e attività vulcanica e geotermica: le formazioni rocciose intorno al canyon di Ásbyrgi, le cascate Dettifoss e Svartifoss e i crateri vulcanici di Laki e Askja.
Situato nei fiordi occidentali, il Parco Nazionale di Snæfellsjökull occupa la punta occidentale della penisola di Snæfellsnes, intorno alle aspre pendici del ghiacciaio Snæfellsjökull. Il suo territorio ospita un ampio numero delle specie più rappresentative di fauna autoctona islandese (tra cui i pulcinella di mare), e i migliori osservatori costieri per il birdwatching e il whalewatching. La cascata più suggestiva del fiordi occidentali è Dynjandi (Fjallfoss), nella baia di Dynjandivogur, composta da una serie di sette salti per un’altezza totale di 100 metri.
Il profondo nord, terra di frontiera
Montagne scoscese, falesie marine e ghiacci incontaminati sono il panorama dell’Hornstrandir, una delle ultime vere zone selvagge d’Europa, nelle propaggini più settentrionali dell’Islanda. Dal 1975 i 580 chilometri quadrati di tundra, fiordi, ghiacciai e altipiani dell’Hornstrandir sono riserva naturale, le cui severissime norme tutelano un ecosistema incredibilmente ricco, ma al contempo fragile. L’Hornstrandir è la destinazione ideale per escursionisti esperti in cerca di avventura, con terreni impegnativi e alte probabilità di avvistare volpi artiche, foche, balene e una brulicante avifauna selvatica. Un’escursione nell’Hornstrandir va però pianificata in anticipo e con cura, perché sui passi di montagna possono improvvisamente verificarsi copiose nevicate e i fiumi possono diventare estremamente rischiosi.
Il periodo migliore per visitare l’Hornstrandir è luglio. Al di fuori della stagione estiva (da fine giugno a metà agosto) la situazione meteorologica è imprevedibile.
La punta meridionale dell’Islanda
La vivace zona sud dell’isola offre una costa estremamente interessante. Sul lato occidentale di Reynisfjall, la cresta rocciosa sopra la cittadina di Vík í Mýrdal, si trova la bellissima spiaggia nera di Reynisfjara, cui fanno da scenografia naturale le colonne di basalto della falesia. Dalla spiaggia si gode di una splendida vista sugli imponenti faraglioni di Reynisdrangur e sul promontorio del Dyrhólaey.
Nel canyon del Fjaðrárgljúfur sorge il villaggio di Kirkjubæjarklaustur, un monastero di suore benedettine, sorto forse su un più antico insediamento di monaci irlandesi, la cui vita durò dalla fondazione, nel 1186, alla riforma protestante. Dalle religiose prendono il nome la vicina cascata (Systrafoss, la “cascata delle sorelle”) e il lago (Systravatn). A poca distanza dal villaggio si può osservare il curioso fenomeno geologico di kirkjugólf (il “pavimento della chiesa”), una formazione naturale di basalto che forma una sorta di lastricato, dal 1987 monumento naturale islandese.
Per gli amanti dei sentieri selvaggi, dalla cima della cascata Skógafoss, i cui 62 m di salto valgono da soli un’escursione, parte un panoramico percorso di trekking (23 km) nel Fimmvörðuháls, un’area situata fra i ghiacciai Eyjafjallajökull e Mýrdalsjökull, fino alla leggendaria valle di Þórsmörk, la “foresta di Thor”.
Per gli amanti dei sentieri selvaggi, dalla cima della cascata Skógafoss, i cui 62 m di salto valgono da soli un’escursione, parte un panoramico percorso di trekking (23 km) nel Fimmvörðuháls, un’area situata fra i ghiacciai Eyjafjallajökull e Mýrdalsjökull, fino alla leggendar Þórsmörk, la “foresta di Thor”.
Esperienze indimenticabili
Trekking nella valle di Þórsmörk
La valle di Þórsmörk (la “foresta di Thor”) è una meta che, se si superano le difficoltà di accesso (è raccomandato un veicolo 4×4), regala un panorama grandioso: uno strabiliante paesaggio artico dominato da tre ghiacciai e difeso da vari guadi.
Da lì si può scegliere o il celebre percorso di trekking fino al Landmannalaugar, adatto ai più sportivi, o un’escursione sul vulcano Eyjafjallajökull, che dall’eruzione del 2010 è ancora caldo e fumante. Si tratta di esperienze per cui è necessario un po’ di allenamento, ma certo estremamente gratificanti.
Tour delle aurore boreali
L’aurora boreale è un fenomeno ottico dell’atmosfera causato dall’interazione tra particelle (protoni ed elettroni) di origine solare e la ionosfera terrestre: queste particelle caricano di energia gli atomi dell’atmosfera che, nel perderla, emettono luce di varie lunghezze d’onda (e quindi di vari colori).
L’aurora si può vedere in tutto il nord della Scandinavia; in Islanda tuttavia essa si manifesta tutto l’anno, anche se in estate, con il cielo molto chiaro, è meno evidente. Il periodo migliore quindi per osservare il fenomeno è da settembre a metà aprile.
Campeggiare sugli altipiani islandesi del Landmannalaugar è un modo perfetto per avvistare le aurore boreali: l’assenza di inquinamento luminoso causato dalle luci artificiali consente un’esperienza indimenticabile.
Islanda nel piatto
La gastronomia islandese (Íslenska matarfræði), espressione delle condizioni durissime di vita dell’uomo sull’isola, ha come ingredienti principali l’agnello e il pesce, alimenti che hanno costituito, per secoli, l’unico mezzo di sostentamento per gli abitanti dell’isola. Tra le varoetà del pescato, si trovano il lúoa (halibut), il sild (aringa), il porskur (merluzzo), la silungur (trota) e il lax (salmone).
I piatti tradizionali prendono il nome di Þorramatur (cibo di Þorri), perché tipici del mese di þorri, il periodo più freddo in gennaio e febbraio. Accompagnano il Þorramatur il rúgbrauð (pane nero), burro e brennivín (acquavite).
L’hákarl è una sfida per qualunque viaggiatore straniero in Islanda: si tratta di carne di squalo fermentata, difficile da apprezzare per palati non avvezzi ai gusti dell’isola per il caratteristico odore di ammoniaca e il gusto simile al formaggio molto stagionato. Il sentore di ammoniaca è dato dal fatto che lo squalo non ha reni, ed espelle l’urina direttamente dal corpo. Lo squalo pescato viene quindi sotterrato in una fossa scavata per spurgarlo dai fluidi tossici (per 3-4 mesi), tagliato in spesse strisce e messo a seccare per altrettanti mesi. Viene servito in cubetti, abbinato ad abbondante brennivín.
Altri piatti decisamente insoliti sono il súrsaðir hrútspungar, testicoli di montone bolliti, lo svið, testa di pecora lessata, con il derivato sviðasulta, coppa di testa, il lifrarpylsa, salsiccia di fegato ovino, il blóðmör, sanguinaccio di agnello.
L’essiccazione e l’affumicatura sono molto utilizzate per la conservazione (oltre alla diffusissima marinatura nel latte acido): l’harðfiskur è pesce essiccato, l’hangikjöt è agnello o montone affumicato e lessato.
Tra i prodotti lattiero-caseari ci sono lo skyr, latte scremato cagliato e il mysingur, crema dolce di siero di latte.
Può un vegano sopravvivere sull’isola? La risposta è sì, grazie allo sviluppo delle coltivazioni in serra, per lo più biologiche, che consentono la presenza di piatti privi di carne e derivati animali (presenti più sulla costa che nell’entroterra).
Pillole di storia
La vicenda della colonizzazione vichinga dell’Islanda tra IX e X secolo ci viene narrata dal Landnámabók (Libro della colonizzazione), documento anonimo manoscritto considerato, pur con certe incoerenze, fondamentale fonte primaria. Il primo insediamento a Reykjavík (Baia dei fumi) viene fatto risalire all’874, dato confortato anche dai rinvenimenti archeologici in città, per opera di capi tribù norvegesi (con famiglie, schiavi e animali), che colonizzarono tutte le aree abitabili dell’isola nei decenni successivi.
Nel 930 i capiclan istituirono un’assemblea, l’Althing (Alþingi), che si riuniva ogni estate a Þingvellir, per divulgare le leggi, appianare le dispute e nominare i giudici. Fu in questo periodo di indipendenza e di crescita che Eric il Rosso e il figlio Leif Ericsson crearono insediamenti in Groenlandia sud-occidentale e a Terranova. I primi colonizzatori erano prevalentemente pagani, ma tra X e XI secolo avvenne la quasi completa cristianizzazione degli abitanti dell’isola.
La prima metà del XIII secolo è la Sturlungaöld (l’epoca degli Sturlungar) da Sturla Þórðarson e dai suoi figli Þórður, Sighvatur e Snorri, che innescarono sanguinose lotte di clan per il controllo dell’Islanda. Principale conseguenza fu la perdita di indipendenza dell’isola (1262), che venne annessa, con il trattato Gamli sáttmáli (vecchio patto) alla monarchia norvegese (poi a quella danese alla fine del XIV secolo). Sotto il re di Danimarca Cristiano III il protestantesimo divenne religione di Stato (1537).
Durante il XIX secolo il clima dell’isola peggiorò, provocando una migrazione di massa verso le Americhe, in particolare nel Manitoba (Canada). In parallelo, crebbe una nuova coscienza nazionale, ispirata ai nazionalismi europei dell’Ottocento. Nel 1874 la Danimarca concesse all’Islanda un governo interno, espanso nel 1904. La costituzione, promulgata nel 1874 sul modello di quella danese, venne rivista nel 1903. Nel 1918 l’Atto di Unione riconosceva l’Islanda come uno stato completamente sovrano (Regno d’Islanda) unito alla Danimarca sotto un re comune.
Rimasta neutrale all’inizio della Seconda guerra mondiale, venne occupata dai britannici e poi dagli USA, iniziando una politica di cooperazione con le forze occupanti.
Il 17 giugno 1944 un plebiscito dichiarò l’Islanda una repubblica indipendente.
Nel 1946 ebbe fine il protettorato statunitense sull’isola, ma gli Stati Uniti mantennero il diritto di mantenervi un presidio militare, rinnovato nel 1951 (in piena Guerra di Corea). La presenza dell’Islanda nella NATO, effettiva dal 1949, era ritenuta nel periodo della Guerra fredda fondamentale per la difesa dell’Atlantico dall’Unione Sovietica. A seguito del disgelo, nel 2006 gli USA ritirarono gran parte delle forze armate dal territorio islandese e chiusero la loro base di Keflavík. L’Islanda è l’unico paese NATO privo di una propria forza militare.
La crisi economica degli anni 2000 colpì duramente l’Islanda, le banche collassarono e lo Stato si fece carico del debito, nazionalizzandole. La moneta (corona islandese) crollò e il Paese venne dichiarato nel 2007 in bancarotta. Nel contesto di crisi fu eletta un’assemblea per una nuova costituzione, che potesse aggiornare la vigente con le istanze sollevate dal recente passato. Il processo di stesura del testo ha visto per la prima volta l’utilizzo del crowdsourcing (sviluppo collettivo, popolare e partecipato). La nuova costituzione è stata approvata da un referendum non vincolante nel 2012, ma si è arenata in Parlamento.
A chi consigliamo il viaggio
L’Islanda è “un’opera d’arte totale”, che coinvolge tutti i sensi e rimane indelebilmente impressa nella memoria. Un viaggio-nirvana da preparare con cura, e su cui – al ritorno – meditare a lungo.
Piccola rassegna (non esaustiva) di scrittori islandesi
La narrativa islandese, grazie soprattutto con editori come Iperborea e a traduttori come Silvia Cosimini, è tradotta e pubblicata in Italia. Del già citato Premio Nobel del 1955 Halldór Kiljan Laxness (1902-1998), eroe nazionale della letteratura irlandese e scrittore estremamente prolifico, si consigliano Gente indipendente e Il concerto dei pesci (trad. Silvia Cosimini, Iperborea). Della generazione successiva, scrittori celeberrimi in Islanda sono Gudbergur Bergsson (1932-), di cui Il Saggiatore ha pubblicato nel 2001 Il cigno (trad. Silvia Cosimini, ripubblicato da Net) e Thor Vilhjálmsson (1925-2011), di cui segnaliamo Il muschio grigio arde, La corona d’alloro (trad. Silvia Cosimini, Iperborea) e Cantilena mattutina nell’erba (trad. Paolo Maria Turchi, Iperborea). Scrittori nati nel dopoguerra che non possono mancare nella piccola biblioteca islandese sono Einar Már Gudmundsson (1954-), con Angeli dell’universo e Orme nel cielo (trad. Fulvio Ferrari, Iperborea), e (finalmente una donna) Audur Ava Ólafsdóttir (1958-), con il suo romanzo-rivelazione Rosa candida (trad. di Stefano Rosatti, Einaudi). Chiudono questa piccola digressione l’apprezzatissimo Jón Kalman Stefánsson (1963-), con la sua trilogia Paradiso e inferno, La tristezza degli angeli e Il cuore dell’uomo (trad. Silvia Cosimini, Iperborea), e l’umoristico Animali domestici (trad. Silvia Cosimini, La Linea) di Bragi Ólafsson (1962-).
… Saggistica e letteratura di viaggio
Il vichingo nero, di Bergsveinn Birgisson (Iperborea)
Atlante leggendario delle strade d’Islanda, curato da Jon R. Hjalmarsson (Iperborea)
Tutta la solitudine che meritate. Viaggio in Islanda, di Claudio Giunta e Giovanna Silva (Quodlibet)
Islanda. The passenger. Per esploratori del mondo (Iperborea)
Assaggi di pellicola dal grande Nord
La Donna Elettrica (Benedikt Erlingsson, Francia-Islanda-Ucraina, 2018)
Anche se l’Islanda non fa parte dell’Unione Europea, è membro dello spazio Schengen. Tutti i cittadini dell’UE e degli altri Paesi Schengen possono entrare in Islanda con una carta d’identità o un passaporto in corso di validità.
Vaccinazioni e situazione sanitaria
Nessuna vaccinazione richiesta.
Il livello delle strutture sanitarie locali è generalmente molto buono. Facilmente reperibili i normali prodotti sanitari da banco.
Si raccomanda di:
– stipulare prima della partenza una polizza assicurativa che preveda la copertura delle spese mediche e l’eventuale rimpatrio aereo sanitario (o il trasferimento in altro Paese) del paziente.
– portare con sé particolari o importanti medicinali personali che potrebbero non essere reperibili in loco.
Fuso orario
– 1 ora rispetto all’Italia, – 2 ore quando in Italia vige l’ora legale.
Quando andare
Clima freddo ma temperato grazie all’influenza della corrente del Golfo nelle regioni meridionali e occidentali. Clima molto variabile con frequenti precipitazioni, anche nella stagione estiva. Più mite lungo la costa, freddo nell’interno. Medie a Reykjavik (min-max): inverno: -2/+2 estate: +8/+14 gradi. Per informazioni meteorologiche aggiornate consultare il sito http://en.vedur.is/.
Moneta
Corona islandese (ISK).
Lingua
Islandese. Molto diffuso l’inglese.
Religione
Evangelica luterana (religione di stato) oltre 80%. Esistono altre comunità religiose, tra cui quella cattolica, circa 2,75%.
Telefono
Prefisso per l’Italia: 0039
Prefisso dall’Italia: 00354
Per la telefonia cellulare è in vigore il sistema GSM che, tramite quattro operatori, copre la maggior parte del Paese e tutte le aree con almeno 200 abitanti. Si consiglia di verificare, prima della partenza, il grado di copertura dell’operatore telefonico italiano nelle zone dell’Islanda che si desidera visitare. Per il traffico dati, gli operatori offrono anche connessioni UMTS e LTE (4G).
Come muoversi
Patente: italiana
Per viaggiare con la propria auto in Islanda è valida l’assicurazione RC italiana. Tenere presente però che l’assicurazione RC copre solo i danni causati a terzi e non quelli subiti dalla propria auto. In Islanda in particolare, tale assicurazione non copre i danni causati dall’acqua dei guadi e, in genere, al telaio in situazioni fuoristrada. Valutare l’opportunità di stipulare, per tutti i veicoli, compresi camper e roulotte, una polizza facoltativa supplementare, tipo kasko, per incidenti non provocati da altri, furto, atti vandalici, ecc.
Elettricità
Tensione: 230 V
Frequenza: 50 Hz
Tipi di prese: C e F.
Ultimo aggiornamento: 23 marzo 2020. Per ulteriori informazioni e aggiornamenti consultare sempre il sito Viaggiare Sicuri.
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